La dottrina per vincere le guerre elenca alcuni punti fondamentali: uomini motivati (addestramento), logistica a livelli scientifici (produzione e trasporti), conoscenza del terreno e del nemico (intelligence - humint, sigint e imint), potenza di fuoco (tattica) e il dominio dell'aria che è sempre stato ben presente nella strategia militare sin dalla Seconda Guerra Mondiale.
Per finanziare e sostenere i punti di cui sopra è necessario un paese con grandi capitali, una economia e una capacità di produzione forti.

Se il lettore avrà il tempo di sfogliare gli articoli che dipingono il fosco quadro d'insieme delle economie tra le due guerre e degli eserciti in Italia, Germania e Stati Uniti nel periodo pre-bellico sarà ben evidente che nonostante i tanti artifizi economici e politici, né i capitali americani né quelli degli stati europei riuscirono a permettere di uscire dalla crisi economica che precipitò il mondo nella Seconda guerra mondiale.
Tempo dopo la fine del conflitto lo statunitense Douglas North, premio Nobel per l’economia, affermò: “Non siamo usciti dalla depressione grazie alle teorie economiche, ne siamo venuti fuori grazie alla Seconda guerra mondiale”. Tra il 1935 ed il 1940 il numero di disoccupati non era significativamente cambiato (circa 10 mln di individui); dopo il 1937 la produzione industriale crollava del 27% ma con l’inizio della guerra le cose cambiarono e in soli sei anni (1939-1945) la disoccupazione si ridusse dal 10% all’1%. Ciò mostra che la Seconda guerra mondiale fu uno scontro tra capitali, in cui gli Stati uniti si affermarono definitivamente a discapito della Gran Bretagna, divenendo a tutti gli effetti la locomotiva del modo di produzione del capitale.

Conseguentemente si può immaginare quale è stata la quantità di equipaggiamento, aerei, navi, carri armati e migliaia di altri oggetti programmati, studiati, sviluppati e prodotti dall'industria dei paesi Alleati e sopratutto americana in tempi a dir poco rapidi tra il 1939 e 1945.
 
Diviene così ben evidente la potenza finanziaria, economica e produttiva con cui si sono scontrate le forze dell'Asse.
La cosa più incomprensibile è che i loro vertici lo avevano ben presente quando decisero di entrare in guerra ed ancor più quando il conflitto si allargò coinvolgendo prima la ex alleata Russia poi gli Stati Uniti.

Buona lettura.  Andrea Gandolfi