Il battaglione di addestramento della fanteria da montagna venne costituito nel tardo 1941 a Mittenwald, in alta Bavaria. . Era di stanza alla Scuola di Fanteria da Montagna principalmente come unità di addestramento e istruzione. Tra gli altri compiti vi erano quelli di testare armi, animali ed equipaggiamento per la guerra in montagna quando sottoposti a condizioni climatiche e di terreno estreme.

La maggioranza dei soldati e dei sottufficiali erano stati trasferiti dalla scuola d'armi di Glasenbach vicino Salzburg. Essendo privi di esperienza di combattimento nel 1943 gli uomini vennero sostituiti da soldati di esperienza provenienti dalle truppe di montagna che erano in convalescenza nelle caserme della Bavaria. Tutti gli ufficiali erano membri delle truppe da montagna richiamati da tutte le zone della Germania e dell’Austria.

Dal marzo del 1943 il Capitano Hans Rauchti fu il comandante del battaglione. Era un leader di esperienza, ferito durante la campagna in Polonia ed era l'unico soldato professionista
avendo servito come Sergente Maggiore e come Candidato Ufficiale in tempo di pace nell'esercito.

La forza del battaglione consistema in 1300 uomini ed era organizzata, armata ed equipaggiata per operare come unità tattica indipendente. Questo principio venne esteso anche a livello di compagnia, abilitandole a potere portare a termine di propria iniziativa intere missioni:

Gli animali da trasporto, che consistevano in circa 600 muli e cavalli, garantivano la mobilità su terreni difficili e una completa disponibilità agli standard di allora di armi di supporto pesante di fanteria quali mitragliatrici pesanti, mortai, cannoni anti aerei, obici, plotone motorizzato caccia carri e 2 cannoni pesanti di supporto alla fanteria anche questo motorizzati. 
Un plotone Trasmissioni e uno di Genieri completavano il quadro. La mobilità a lunga distanza era comunque ostacolata dala gran numero di animali da soma e cavalli da soma adatti solo per il trasporto. La motorizzazione rimase molto limitata fino al tardo periodo della guerra e al dispiegamento in Italia.

Nota: il battaglione aveva comunque una organizzazione di elite con in dotazione gli ultimi modelli di armi. Ogni squadra aveva 2 MG42 con bipiede. Verso la fine della guerra vennero aggiunte altre due MG42 con trepiede Lafette in dotazione alla compagnia armi pesanti  di ogni battaglione - per gli alleati la mitragliatrice pesante era costituita dalla Browning calibro .50 (12,7mm) mentre per l'esercito tedesco la mitragliatrice pesante era costituita da una normale MG42 o 34 ma montata su cavalletto Lafette - e 3 mortai da 80 mm,  la cui versione in dotazione alle truppe da montagna permetteva, attraverso un particolare meccanismo di percussione, di sparare anche con il tubo quasi orizzontale, ad ogni compagnia fucilieri. Il battaglione poteva disporre anche di un gran numero di armi catturate sul fronte russo e di mortai italiani.
La compagnia armi pesanti era stata equipaggiata con almeno due obici da 75mm 4 o 6 mortai pesanti e 4 o 6 mitragliatrici MG42.
Il plotone caccia carri di un battaglione fucilieri aveva usualmente 4 cannoni  da 50 o 75 mm e un cannone pesante da 150mm di appoggio alla fanteria tra i tanti catturati in Francia o della Prima Guerra Mondiale. Erano poi disponibili anche cannoni da montagna da 105mm e ogni compagnia era ampiamente rifornita di armi anti carro quali Panzerfaust e Panzerschreck, questi ultimi copiati dai bazooka americani, molto utili contro obbiettivi ostici.

Come Battaglione Addestramento alla Scuola Fanteria da Montagna a Mittenwald ha dato ampio tempo e opportunità ai suoi sottufficiali e ufficiali di essere addestrati per essere inseriti in una unità preparata per la guerra in montagna in qualsiasi momento e in qualsiasi condizione. Esercizi di allenamento in condizioni estreme ha spinto uomini e animali al limite. Un accento particolare venne posto in ogni momento a sviluppare la leadership nei sottufficiali e giovani ufficiali ed un loro pensiero e un processo decisionale indipendenti.

L'instabile situazione politica in Italia nell'agosto del 1943 portò il battaglione a condurre la sua prima missione in Sud Tirolo in Alto Adige nel nord Italia; per questa occasione venne rafforzato da una compagnia del 54° Battaglione Addestramento Genieri da Montagna & Sostituzione e una Compagnia da Alta Montagna della Scuola da Alta Montagna di Fulpmes in Tirolo. Furono condotte operazioni di sicurezza tra il Passo del Brennero e Bolzano in collaborazione con le allora leali unità dell'Esercito Italiano, L'armistizio dell'8 settembre tra l'Italia e gli Alleati cambiò la cooperazione in contrasto. Gli italiani a sud del Brennero vennero disarmati e presi prigionieri.
La protezione di importanti installazioni tenne occupato il battaglione per un pò di tempo nell'area di Bassano del Grappa ai piedi delle Alpi da dove venne inviata in una  missione cerca e distruggi a est del Lago di Como. Partigiani italiani si erano stabiliti nelle regioni montagnose e crevano problemi alle linee di rifornimento del Gruppo di Armate Sud. Durante quel periodo il Battaglione Mittenwald o Ruchti - così designato dalla sua zona di provenienza o dal nome del suo comandante - ebbe la sua prima vittima in azione contro il nemico.
In novembre del 1943 ritornò a Mittenwald e al suo ruolo di battaglione di istruzione e addestramento.

Il battaglione ritorna in Italia nel giugno del 1944 dove vi rimane sino alla fine della guerra.
Le compagnie del battaglione Ruchti vengono suddivise in numerosi piccoli distaccamenti per rendere sicure le linee di rifornimento e di comunicazione e proteggere le installazioni vitali che erano sparse attraverso le montagne dell'Appennino da Lucca a ovest, sopra l'Abetone ed il Passo della Futa fino al mare Adriatico. In quel periodo l'organizzaione Todt era occupata nella costruzione di postazioni fortificate per la difesa dei passi di montagna e le altre strade di accesso dalla pianura della Tiscana alla valle del Po. Anche questi lavori dovevano essere protetti. Furono combattuti un certo numero di combattimenti localizzati, da parte di piccoli distaccamenti ma senza subire perdite significative.

Verso la fine di luglio l'intero battaglione era concentrato nelle vicinanze di Pontremoli una piccola città sulla strada Parma-La Spezia alcune miglia a sud del Passo della Cisa. La missione era di mantenere aperte le linee di rifornimento per il Gruppo di Armate che stava ancora combattendo verso sud e di attaccare le unità di Partigiani nelle remote valli delle montagne dell'Appennino in Etruria, che erano diventate sempre più organizzate. I gruppi erano riforniti da lanci paracadutati ed erano al comando di ufficiali Britannici addestrati nella guerra partigiana; in alcuni casi erano guidati da tedeschi disertori.
Uomini e bestie si comportarono magnificamente nei tracciati su terreno montagnoso ad altitudini di circa 900 metri e alcuni di questi gruppi furono eliminati.
Naturalmente a volte il nido era vuoto perchè la popolazione civile locale ha fatto del suo meglio per tenere informati i Partigiani dei movimenti del battaglione.

Un report, risalente a quel periodo, recita: "Tutto il tempo e gli sforzi spesi per la formazione a Mittenwald hanno dato ora i suoi frutti; gli uomini rispondono con buona volontà alle estreme esigenze e i sottufficiali sono affidabili quando si trovano in una missione indipendente sul campo, dovendo prendere in proprio le decisioni. Il comandante Ruchti e i suoi ufficiali possono essere pienamente orgogliosi del Battaglione di Addestramento.Sono rimaste solo poche unita nel Teatro Sud che trasmettono una tale impressione di coesione e di leadeship competente."

Più tardi, verso la metà di agosto del 1944, il battaglione "Mittenwald viene trasferito a ovest delle Alpi. L'esercito americano e le truppe francesi, che stanno avanzando nella valle a nord del Rhone e minacciano le strade da ovest verso est che conducono nella Pianura Padana. Le truppe occupino i crinali lungo il confine tra la Francia e l'Italia tra il Passo Tenda, sulla strada Torini Ventimiglia, fino al Passo della Maddalena a ovest delle Alpi, e respingano agni avanzata nemica".
Vennero incontrati alcuni problemi di approvigionamento a causa della grande dispersione di piccole unità in postazioni alpine difficili da raggiungere e alla ripetuta attività partigiana.

Appena prima di iniziare la preparazione delle postazioni per l'inverno arrivarono odini di ridispiegamento trasferendosi in treno o a piedi sulle montagne degli Appennini. Per la metà di novembre il Quartier Generale del Battaglione era nuovamente stabilito nella famigliare Pontremoli. a sud del Passo della Cisa.
La missione era di combattere ancora una volta i Partigiani che si erano ripresi dalla punizione che il battaglione gli aveva inferto durante la precedente estate.
Una di queste missioni prevedeva il trasporto su rotaia fino al punto di partenza. Diversi vagoni si sganciarono durante il viaggio, con un atto di sabotaggio ma mai provato, e sfrecciarono selvaggiamente lungo i binari sui pendii meridionali, fono a schiantarsi ad alta velocità su un treno merci.
Gli uomini della 1° compagnia che occupavano i due vagoni di testa soffrirono pesantemente l'impatto. I 12 morti e i 60 feriti più o meno seriamente erano in numero più alto che le perdite totali delle missioni precedenti del battaglione.

Per le festività di Natale la task force Ruchti ebbe il suo primo serio scontro con l'esercito americano. Gli americani nella loro avanzata verso nord erano passati attravreso le pianure della Toscana e stavano ora combattendo lungo le strade che attraversavano gli Appennini verso la Pianura Padana. Al battaglione venne affidata la missione di avanzare lungo i contrafforti a est delle montagne e aggirare i fianchi del nemico che stava avanzando in direzione di Lucca. A causa del terreno aspro e della necessità di muoversi solo al buio - dovuto alla necessità di mantenere l'elemento sorpresa così come l'onnipresente presenza, durante il giorno, degli osservatori Alleati e del supporto aereo a terra - questa si rivelò un'impresa difficile.
Tuttavia, il battaglione fu in grado di raggiungere i suoi obiettivi e causò qualche danno al nemico, ma le truppe americane di colore erano state generalmente in grado di ritirare i loro pezzi di artiglieria in tempo.
L'inseguimento era fuori discussione a causa della sempre crescente distanza dalle linee tedesche. Il contatto con il nemico fu interrotto senza problemi durante la notte del 26/27 dicembre e, dopo una faticosa marcia e alcuni duri combattimenti, il battaglione raggiunse di nuovo Pontremoli a Capodanno.

La forza di combattimento del battaglione fu ridotta all'inizio 1945 con la riassegnazione di due compagnie di fanteria di montagna. Queste unità erano necessarie per sostituire le perdite sofferte da una malconcia Divisione da montagna nel nord Europa. La Terza compagnia sotto il 1 ° Tenente Reichart e la 4 ° Compagnia sotto il Cap. Leibetseder, che era stato con il battaglione sin dall'inizio, lasciarono l'unità.

All'inizio di gennaio venne fatto un tentativo di accerchiare e annientare le unità partigiane che operano dalle montagne a sud della pianura padana. Nell'ambito dell'operazione le unità rimanenti del battaglione furono inizialmente trasportate via ferrovia, attraverso il tunnel sotto il crinale dell'Appennino, a Borgo Val di Tara. La missione quindi era di avanzare verso nord sulle montagne, stanare i Partigiani dalla loro terra e spingerli tra le braccia di altre truppe che avanzavano a sud dalla Pianura Padana.
Ma le cose non andarono come previsto, anche se Ruchti raggiunse i suoi obiettivi con due task force e riuscì a spazzare via diversi capisaldi di Partigiani.
Le forze che avanzano da nord, tuttavia, presto si impantanarono quando la neve pesante cominciò a cadere. I fattori aggiuntivi e significativi che contribuirono al fallimento dell'operazione sono stati la carenza sempre più evidente di unità in grado di eseguire una missione così estesa e la mancanza di equipaggiamenti di comunicazione sufficienti per un coordinamento efficiente.

Per la fine di gennaio il battaglione venne trasferito nel settore tra l'Abetone ed il Psso della Futa. Questo ha comportato una marcia di 125 miglia, completata in sette giorni, su strade e passi di montagna innevati e ghiacciati. Questo straordinario risultato suscitò un meritato elogio dai Quartier Generali superiori dove la disponibilità di una unità di riserva affidabile creò un senso di sollievo, dato che i passi di montagna erano già sotto attacco delle forze americane.
Il posto di comando del battaglione venne piazzato a Fanano, una piccola città di montagna a circa 6 miglia a nord est del Monte Cimone (2165 mt slm) che sovrasta il Passo dell'Abetone. Monte Belvedere si trova ad est della città e può essere raggiunto attravreso 16 km di strada che corre solamente in direzione sud est fino ad incontrare la statale Bologna Pistoia, attraverso la strada del Passo di Porretta, in un punto in alcuni chilometri a nord di Porretta Terme.
Monte Belvedere e Monte della Torraccia formano un crinale, di circa 5 km con una altitudine crescente da 975 a 1100 mt slm che domina la statale che porta a Bologna nel nord est.
Le forze americane, a quanto pare la 10a Divisione da montagna, riuscirono, verso la fine di febbraio, a prendere questa cresta nonostante la decisa resistenza tedesca.

NOTA: questo racconto si basa, fino a questo momento, su lettere e note del capitano Hans Tengelmann, ex comandante della 5a compagnia del battaglione. Gli eventi di Monte Belvedere sono stati ricostruiti durante un raduno, vicino a Salisburgo, degli ex ufficiali del Battaglione Rauchti

Il battaglione, al momento schierato nell'area di Fanano, fu avvisato il 24 febbraio 1945 e gli fu ordinato di riconquistare il crinale montuoso tra Monte Belvedere e Monte
della Torraccia. La linea di partenza era nella zona del paese di Rocca Corneta, immediatamente a ovest del Monte Belvedere che venne raggiunto a mezzo un trasporto improvvisato su camion e senza animali da soma; all'inizio anche con solo una parte delle armi pesanti di supporto alla fanteria.
La distanza da Monte Belvedere era di circa 5 km la differenza di altitudine era di circa 450 mt. La distanza tra Rocca Corneta e Monte della La Torraccia era di circa 10 chilometri.
Lo scarico e il dispiegamento sono stati prontamente disturbati da sporadici sbarramenti di artiglieria nemica.

Il maggiore Ruchti andò in ricognizione personalmente verso nord-est, tentando di stabilire un contatto con varie unità fuciliere; si diceva che il 4 ° Battaglione di Alta Montagna fosse impegnato nella zona di Monte della Torraccia. Nessun membro di queste unità è stato localizzato.
Il comandante, maggiore Ruchti, optò per un attacco immediato senza preparazioni elaborate. Alla 2a Compagnia, 1° tenente Gast al comando, fu ordinato di assaltare il Monte della Torraccia, l'estensione orientale della cresta formata da Monte Belvedere e Monte della Torraccia, scansando a nord il Monte Belvedere. Subito dopo l'attacco furono persi i contatti con questa compagnia.

Anche la 1a compagnia, comandata dal 1° tenente von Duerrfeld, scansò Monte Belvedere e tentò, durante la notte del 24/25 febbraio, supportata da altri elementi del battaglione, di prendere la sella tra le due montagne.
L'assalto frontale vacillò proprio sotto la cresta della sella a causa del fuoco di artiglieria nemica e di 4 carri armati che gli americani erano riusciti a fare arrivare da sud fino alla cresta del crinale. Il battaglione era limitato alle proprie risorse durante questa azione. Il supporto promesso dall'artiglieria del Corpo non si materializzò
e posizionare le armi pesanti del battaglione si rivelò un'impresa estremamente difficile e, inoltre, non avevano una portata adeguata.

Non è successo molto nei giorni seguenti. I movimenti del battaglione furono seriamente ostacolati dal preciso fuoco dell'artiglieria americana e deicarri armati di cui sopra, che hanno preso di mira anche singoli soldati. È questa la ragione per cui gli elementi principali della 1a compagnia, circa 25 gli uomini (incluso il comandante della compagnia), non erano in grado di disimpegnarsi e hanno dovuto arrendersi.
Il battaglione successivamente ha stabilito una linea di difesa lungo le pendici settentrionali della cresta del Monte Belvedere-Monte della Torraccia, ed è rimasto lì, praticamente da solo, fino alla seconda metà di marzo. Da allora non si sono più verificate significative azioni di combattimento tanto che l'esercito americano aveva lasciato in posizione solo forze difensive. Così gli americani continuarono la loro avanzata verso nord, il crinale del Monte Belvedere - Monte della Torraccia era diventato insignificante.

Per il V-E Day, troviamo il battaglione in Valle d'Aosta, la sua missione è quella di negare l'accesso francese attraverso il Piccolo Passo del San Bernardo nella Pianura Padana.
Alcuni elementi del battaglione attraversarono il confine con la Svizzera e rimase internamenti lì fino alla fine del 1945.
L
a maggior parte si arrese come unità all'esercito degli Stati Uniti e rimase per diversi mesi nel campo di Ghedi vicino Brescia.
Durante il periododi prigionia, i membri del battaglione, ancora sotto il comando del maggiore Hans Ruchti, furono curati equamente dagli americani che li fecero prigionieri.
L'unità aveva guadagnato una eccellente reputazione e rispetto da parte dell'avversario durante i combattimenti in Italia.
Le perdite durante il dispiegamento furono relativamente basse e questo vale per le azioni sul Monte Belvedere, con 7 uccisi durante quel periodo di combattimento di 4 settimane.
Il numero di feriti non è comunque noto, ma non dovrebbe essere stato eccessivo. Circa 50 uomini furono presi prigionieri, specialmente sul Monte Belvedere.

I punti di forza del battaglione Ruchti furono: mobilità in terreno senza piste, enorme potenza di fuoco, guida precisa da parte di ufficiali esperti (questo dovrebbe essere considerato un fattore molto significativo, date le condizioni incontrate verso la fine della guerra) e una selezione di uomini induriti da addestramento in tempo di pace ed esperienza di combattimento.

 Fonte: DIE MITTENWALD BATALION, Hans Tengelmann
Traduzione: Andrea Gandolfi