La storia del 4° Battaglione da alta montagna tedesco e del suo scontro con la 10a Divisione da montagna americana, nel febbraio del 1945 in Italia.

Durante la seconda guerra mondiale l'esercito tedesco attivò quattro battaglioni di fanteria da alta montagna che dovevano operare come unità indipendenti.
I primi due composti da volontari di esperienza provenienti da altri reggimenti da montagna, furono formati nell'aprile del 1942. La maggior parte degli uomini proveniva dalle zone montagnose della Bavaria e dall'Austria e molti sottufficiali ed ufficiali avevano partecipato, prima dello scoppio della guerra, a varie spedizione sulle montagne dell'Imalaia e del Caucaso. Entrambi vennero inviati nel settore sud del fronte Russo l'8 agosto 1942.

A differenza dei primi due battaglioni il 4° Battaglione da alta montagna non era composto da volontari e gli uomini erano giovani e molti di loro avevano avuto esperienza con la montagna solo recentemente. La combinazione tra questi giovani uomini e quelli, seppur pochi, delle "vecchie truppe" ha dovuto compensare l'assenza di formazione specifica in arrampicata su roccia e ghiaccio. Inoltre, era la fine del 1943, e volontari, in particolare per unità speciali, erano diventati una razza rara. Coloro che ancora facevano un passo avanti quando la chiamata alle armi arrivava furono considerati dai loro compagni come "congedati dai loro sensi".
Non c'era stato molto tempo per conoscerli meglio vicendevolmente, molto meno per l'addestramento, e poi troviamo questi uomini, un "sano mix" di soldati induriti dalla battaglia e altri inesperti, che si scrutano l'un l'altro mentre viaggiano verso sud, in carrozze di bestiame.
I "vecchi" soldati senza decorazioni non erano molto considerati nell'opinione dei giovani e gli prestavano poca attenzione arrivando anche a considerarli dei codardi o "tipi da retrovie" senza esperienza di combattimento. Un distintivo di Assalto, una Croce di Ferro di 2a Classe o specialmente una Croce di Ferro di 1a Classe assicuravano al portatore un istantaneo rispetto.
Questo era il sogno dei ragazzi giovani o, meglio ancora alcuni nastri "Tank Destroyer" sulla manica. I ragazzi più grandi si guardavano solo, silenziosamente, senza sprecare fiato. Troppo spesso avevano visto decorare il meno meritevole e questi giovani non avevano alcuna idea di ciò che era in serbo per loro e di quanto malamente sarebbero stati maltrattati.
Nemmeno i "vecchietti" erano in grado di percepire l'intera portata della disonestà della leadership nei rapporti con il soldato comune, ma continuavano a guardare cautamente le campagne che scorrevano. Dopotutto alle nuove unità erano state date solo poche carabine simboliche prima della loro partenza e nessuno poteva immaginare quale sarebbe stato il risultato nel caso in cui i partigiani italiani avessero deciso di tendere un'imboscata a questa "gita di un club".

La situazione in Italia era cambiata da un giorno all'altro, a partire dall'inizio di luglio 1943 con lo sbarco degli Alleati in Sicilia. L'arrivo di 4° Battaglione era ora atteso con ansia per rafforzare il fronte.
Appena arrivati in Abruzzo le unità ricevettero le armi e l'equipaggiamento necessari e vennero assegnate loro le posizioni in prima linea nel settore dell'Orsogna, tra la costa adriatica e le montagne della Maiella. Furono respinti forti attacchi britannici e il battaglione subì le sue prime vittime.
Le unità combattenti del battaglione passarono il Natale e Capodanno 1943-1944 nelle montagne della Maiella a sopportare le peggiori bufere di neve.

La 3a e la 4a Compagnia subirono forti perdite per difendere dagli assalti nemici le loro posizioni tra Orsogna e Guardiagrele mentre la 2a Compagnia venne temporaneamente assegnata  alla 26a Divisione Panzer. Il posto di comando della compagnia incluso il 3° Plotone vennero attaccati da caccia bombardieri il 18 dicembre 1943. 4 morti e 12 feriti tra cui due hanno perso entrambe le gambe.
Al 30 dicembre la forza combattente effettiva del 4° Battaglione di fanteria da alta montagna era composta da: 14 ufficiali, 102 sottufficiali e 595 uomini armati con 49 mitragliatrici leggere e 8 pesanti, 15 mortai medi e 7 obici da 75mm.
Dal 20 al 25 gennaio, la 1a e la 3a Compagnia hanno respinto numerosi assalti nemici nel settore Guardiagrele / Penapiedimonte.

Nel frattempo, truppe statunitensi, francesi e altre alleate erano riuscite a violare alcune delle forti posizioni di difesa tedesche nel settore di Cassino. Una delle contromisure tedesche consisteva nel trasferire il 4° Battaglione da Alta Montagna dalle sue posizioni sul lato est dello "stivale" a Cassino. Solo 1a Compagnia e l'artiglieria del battaglione rimase nei monti della Maiella fino al 20 Aprile 1944. Il 7 gennaio 1944 la maggior parte del battaglione iniziò a dirigersi verso le nuove posizioni difensive che si estendevano su una gamma di altitudini dai 600 ai 950 mt slm; dalla base di Monte Cairo (1668 mt slm) attraverso le colline ai piedi del Monte Cassino (516 mt slm). Queste colline intrise di sangue erano state violentemente contese nei precedenti combattimenti.
Erano disponibili molti trinceamenti e le squadre si tenevano impegnate a scavare buche e costruire rifugi da quando, appena antrati nelle postazioni, le trovarono inadeguate e primitive. I fitti boschi offrivano un'eccellente copertura da un lato ma, nello stesso tempo, limitavano la visibilità. Ciò avrebbe potuto consentire al nemico di sferrare un attacco furtivo da qualsiasi direzione, ed era quindi necessaria un'estrema vigilanza in ogni momento.


Il primo combattimento, tra il 4° Battaglione di fanteria da alta montagna e i soldati americani del 3° Reggimento della 34a Divisione di fanteria, ebbe luogo il 4 febbraio 1944 per il possesso della quota Hill 706 e Monte Castellone; il combattimento venne citato addirittura nel comunicato quotidiano del Supremo Comando Interforze tedesco. Il risultato dei combattimenti è stato considerato un pareggio sebbene 4° Battaglione non sia riuscito a raggiungere i due obiettivi. Entrambe le parti hanno subito perdite significative: la 4a compagnia del 4° Battaglione perse 7 morti e 17 feriti.

I paracadutisti tedeschi erano entrati in battaglia allo stesso tempo, prendendo con un attacco fulmineo il famigerato Monte Calvario, nelle immediate vicinanze del monastero che successivamente fu trasformato in uno dei campi di battaglia più sanguinosi della seconda guerra mondiale. Anche il Monte Calvario era il punto gi giunzione tra il 4° Battaglione e i paracadutisti. Tutte e due le unità erano state unite in una task force e ciascuna parte aveva completa fiducia nell'affidabilità dell'altro.
I paracadutisti erano molto sicuri di sé, considerandosi essi stessi membri di un gruppo d'élite, ed era solo vero.
In una lettera a Churchill il 20 marzo, il generale Alexander, Il comandante generale delle forze Alleate in Italia aveva affermato: "Dubito che sulla terraci sia un altro corpo di truppe che sarebbe in grado di sopportare questo e poi continuare a combattere con la stessa ostinazione di questi uomini".

Mentre venivano mantenute relazioni molto cordiali tra soldati di montagna e paracadutisti, entrambi detestavano ed evitavano i membri delle SS a causa del loro portamento arrogante e altero nonostante non avessero mai spalleggiato una singola operazione decisiva e vittoriosa durante l'intera guerra.
Erano i "cari" coccolati da Himmler e l'orgoglio e la gioia del Fuhrer ma le loro misure brutali nei territori occupati non fecero che aumentare l'attività dei partigiani.
Potrebbe essere degno di nota il fatto che l'autore stesso abbia assistito alla scena di un anziano sottufficiale che, con una pistola estratta, sfrattava un ufficiale delle SS da un edificio, con due dozzine di paracadutisti e soldati di montagna si godevano moltissimo lo spettacolo.

Mentre entrambe le parti subirono perdite spaventose durante la battaglia per Monte Cassino e le altezze adiacenti, le linee difensive tedesche ressero contro tutti gli attacchi degli Alleati fino a quando i Goumiers francesi, l'11 / 12 maggio, riuscirono a sfondare, minacciando dal retro le linee tedesche. Ciò costrinse la task force composta dal 4° Battaglione ed elementi della 1a divisione paracadutisti, comandata dal maggiore von Ruffin, a ritirarsi durante la notte del 24/25 maggio. Il 4° Battaglione, combattendo un'azione di retroguardia, subì gravi perdite durante questa manovra.
Furono fatti numerosi tentativi, durante la confusione del disimpegno, di irrompere nella linea di congiunzione con il battaglione dalla 1a divisione paracadutisti con quest'ultimo che si oppone strenuamente a tale una mossa. L'aumento delle vittime durante gli incessanti combattimenti, tuttavia, indebolì l'efficacia del combattimento 4° Battaglione, che fu ritirato dalla linea, riassemblato a Bologna e trasportato nell'area intorno ad Albenga, sulla costa del Mar Ligure, dove le unità ricevettero i rimpiazzi necessari.
Gli esperti quadri originali si erano ormai ridotti in modo allarmante e tra i rimpiazzi in erba c'erano alcuni sottufficiali anziani, tipi superficiali "tutto libri" con abbondante vita di caserma ma nessuna esperienza di combattimento. A causa della crescente carenza di manodopera la classifica per il loro utilizzo li aveva finalmente raggiunti ma mentre erano ancora a una distanza di sicurezza dal fronte non persero l'occasione di applicare i loro metodi di addestramento offensivi e umilianti ai sostituti in erba e persino agli uomini più anziani ed esperti. Essendo sottufficiali anziani con molti anni di servizio, godevano del sostegno indiscusso degli ufficiali junior, inesperti appena usciti dalla Scuola di Candidati Ufficiali. Nel corso degli scontri successivi, tuttavia, questi uomini si rivelarono spesso un grande fallimento nel trattare con gli uomini arruolati affidati alla loro guida. Maggiori informazioni su questo argomento più avanti.

Settanta HiWis erano in quel momento assegnati alla 2a Compagnia (nota degli autori: un HiWi-HilfsWilliger era un ex prigioniero di guerra russo "disposto ad aiutare" lo sforzo bellico tedesco e che si era offerto volontario per il servizio con l'esercito tedesco al fine di sfuggire alla inedia nei campi di prigionia. Alcuni di essi, tuttavia, potrebbero aver agito per convinzione dopo avendo servito innocentemente nei campi di lavoro siberiani di Stalin ma, a causa della barriera linguistica, pochi soldati tedeschi avevano famigliarizzato con loro.
Inoltre, come accennato in precedenza, questo era un altro di quegli argomenti di cui non discutere). Ufficialmente, venne concertato un grosso sforzo per "ri-addestrare" questi russi per farli rispondere alla routine militare tedesca, ma ovviamente fu un esercizio inutile sin dall'inizio perché una delle basi, la fiducia, in questi individui, era inesistente. Il loro effettivo coinvolgimento nel combattimento in prima linea era raro.

Al fine di eseguire alcune missioni volte alla soppressione delle attività dei partigiani, il 4° Battaglione di fanteria da alta montagna venne dispiegato nella regione di confine italo-francese delle Alpi occidentali ma tornò sui monti dell'Appennino il 5 novembre 1944, occupando posizioni sul Passo dell'Abetone nella zona di Pievepelago. Alla 2a Compagnia venne ordinato di stabilire posizioni difensive avanzate a tutto campo sul Monte La Serra e dentro Pianosinatico. Fu questa compagnia che successivamente sopportò il peso degli scontri del Battaglione con tutti e tre i reggimenti della 10a Divisione da montagna americana.

Il periodo antecedente all'arrivo della 10a Divisione da Montagna
Quando gli uomini del 4° Battaglione lasciarono le loro postazioni montane nelle Alpi verso la metà di novembre, nevicava forte e alcuni uomini vennero persi a causa delle valanghe. Il Passo dell'Abetone, tuttavia, li accolse con il clima mite del tardo autunno.
Era una notte limpida con innumerevoli stelle scintillanti e sfavillanti. Gli uomini della 2a Compagnia erano stanchi, dopo avere faticato in salita verso il Passo dell'Abetone trascinandosi senza parole fianco a fianco sui loro pesanti stivali da montagna tempestati di chiodi, invece di mettere un passo davanti all'altro animatamente. Alcune case, debolmente illuminate da la luna, apparvero dall'oscurità ma loro non avevano ancora raggiunto la loro destinazione e proseguirono silenziosamente attraverso il villaggio.
Apparve una figura, in piedi accanto alla strada, e mentre si avvicinavano, si rivelò essere un Sergente Maggiore, ma poiché indossava stivali al posto dei familiari scarponi da montagna, avrebbe potuto anche non essere "uno di noi" ma solo un normale "uomo di pianura" o, volgarmente, a "Schniggel" [è uno slang bavarese che significa uomo della fanteria più o meno come Tommy per gli inglesi]. All'improvviso disse, in un inequivocabile dialetto prussiano "Ciao compagni  di chi fa parte il vostro pietoso equipaggiamento?",  Seguì nient'altro che silenzio  ma presto una voce fiera rispose ferocemente "Noi? Siamo con il 4 ° battaglione di Uccello". Tutti erano senza parole, a malapena capaci di trattenersi dal ridere ad alta voce. Il prussiano, inizialmente sbalordito, finalmente rispose "Ma cosa mi dite! Non ne ho mai sentito parlare." La stessa voce fiera si fece sentire di nuovo fuori dall'oscurità, "Beh, lascia che te lo dica, siamo un gruppo molto speciale." E le risate forti spazzarono via immediatamente ogni stanchezza. (Nota dell'autore: i soldati 4 Battaglione, in riconoscimento del loro valore e delle loro conquiste, avevano ottenuto il privilegio di aggiungere un distintivo Testa d'Aquila in argento all'insegna dell'Edelweiss su loro cappelli).

Il giorno successivo la 2a Compagnia si trasferì nelle sue nuove posizioni a Pianosinatico e sul Monte La Serra. La missione della compagnia era quella di stabilire un avamposto con un perimetro difensivo in ogni direzione a 4 km di fronte alla principale linea di difesa del Battaglione. La compagnia CP si trovava a Pianosinatico, lungo la strada del Passo dell'Abetone e non visibile dal Monte La Serra. Il terreno era densamente boscoso e in lontananza il paese di San Marcello era visibile sul lato opposto della valle. Le truppe nemiche avrebbero presumibilmente mantenuto una forte presenza lì ma la loro effettiva posizione era ancora sconosciuta.
Occasionalmente il fuoco di sbarramento dell'artiglieria nemica passavano sopra le nostre teste, verso il Passo dell'Abetone, ma il settore rimase tranquillo. Si diceva che di fronte a noi ci fossero i i canadesi e, quando un gruppo di esploratori trovò un edificio occupato da truppe britanniche, venne inviato un plotone d'assalto comandato da "Cesare" (il nostro soprannome per il l'intransigente rigido [riferito al comandante del plotone] ).
La casa venne presa dopo un duro combattimento con i britannici che opposero una forte resistenza subendo 4 morti e 14 prigionieri, mentre "Cesare" era ranicchiato in sicurezza dietro una grande roccia durante l'intero scontro. Ironia della sorte, era lui che venne premiato con la Iron Cross di 1a Classe per il valore in azione ma ·tutto ciò che gli uomini potevano fare era digrignare i denti per la rabbia. "Cesare" era il prediletto del comandante. Questo ufficiale era noto per essere un alto funzionario della Gioventù Hitleriana e si era graduato presso un'importante Accademia di leadership nazista. Cesare, al contrario, era sempre riuscito con successo ed eludere pienamente la questione della fedeltà politica.
Poiché la 2a compagnia aveva un solo ufficiale e, oltre a se stesso, altri quattro sottufficiali (gli altri erano stati uccisi, erano stati ricoverati in ospedale o avevano in qualche modo chiesto una riassegnazione), "Cesare" ha agguantato il secondo posto più influente nella catena di comando dell'unità. Fu a causa di questa carenza di sottufficiali che fu avviato un programma di addestramento alla leadership mentre il battaglione era ancora nelle Alpi occidentali. Agli apprendisti stato semplicemente ordinato di partecipare senza prima chiedere il loro consenso. Il risultato fu che, quasi senza eccezione, i caporali di prima classe, la maggior parte con diversi anni di servizio, finirono per subentrare come capi squadra. Ciò lasciò "Cesare" nella sua posizione privilegiata dato che i caporali tedeschi, caporali di prima classe. e caporali del personale non godevano dello status di sottufficiali e non erano in grado di mettere in discussione la condotta di un sottufficiale anziano. In realtà, in quel momento, non aveva più importanza perché da un alcuni anni queste mani esperte erano state ben consapevoli delle scorretezze e degli abusi dell'esercito tedesco e avevano concluso che non c'era nulla da fare in proposito.

L'illusione delle forze armate tedesche di essere in grado di mantenere una organizzazione dell'esercito non politica, immune aIle intromissioni del Partito Nazista, terminò definitivamente il 20 luglio 1944. In quella data tutti rimasero scioccati dalla realtà quando il il tradizionale saluto militare venne sostituito dal versione nazista. Le persone che non hanno mai avuto un assaggio della dittatura non possono immaginare cosa sia mdisposta a fare questa forma di governo.

Due mondi differenti
Era autunno inoltrato nell'area del Monte La Serra e Pianosinatico. La Compagnia Comando chiamò il leader della 1a squadra, 2° Plotone ed emise i seguenti ordini:
1. Prendi i tuoi uomini (sei) e due tiratori scelti e schierali appena sopra l'incrocio stradale a Ponte al Sestaione.
2. Da queste posizioni, i tiratori scelti devono eliminare le sentinelle nemiche; devi ritirarti immediatamente dopo che questo è stato realizzato.
3. In nessun caso ti lascerai trascinare in uno scontro a fuoco con il nemico.
Mi aspetto un tuo rapporto al tuo ritorno.
La squadra procedette con attenzione, secondo l'ordine, verso il suo obiettivo. L'esploratore in avanscoperta aveva fornito informazioni accurate sulla posizione e le postazioni dell'avversario e la fitta foresta di castagni forniva un'eccellente copertura per l'avanzata della squadra. Poco prima di raggiungere l'area designata, il comandante della squadra ordinò ai suoi uomini di fermarsi e assegnò personalmente a ciascun individuo una posizione e un campo di fuoco, inclusa una sentinella per coprire un bivio sul sentiero sul retro. Quindi procedette con due tiratori scelti giù per un ripido canalone, in fondo al quale presero posizioni ampiamente distanti tra loro. Il leader della squadra aveva usato un binocolo ("prestato" perché tale attrezzatura di precisione era diventata una scarsità) catturato agli inglesi durante il recente scontro e scrutava tranquillamente il paesaggio circostante e le postazioni di sentinella nemiche.
Dopo l'improvviso schiocco di un colpo di fucile, notò che un sentinella, che era appoggiata a un albero un po più in alto nella valle del Sestaione, era crollata a terra. Ne seguì un lungo silenzio. Quindi una jeep apparve a un passo piuttosto rapido, da dietro una curva della strada, svoltò all'incrocio e si fermò davanti all'ingresso di un edificio più grande. Non appena il conducente uscì dal veicolo, venne abbattuto da un proiettile del secondo tiratore scelto e, come colpito da un fulmine, crollò sul marciapiede. Poi di nuovo il silenzio, nemmeno il cinguettio di un uccello.
Mentre il capo squadra continuava a perlustrare il terreno con il binocolo, una donna, vestita di nero e con un cestino per raccogliere le castagne, apparve in basso a una distanza di circa 60 metri. Le capito di vedere il tedesco, si girò e scomparve correndo. Di nuovo un periodo di quiete fino a quando un gruppo di 30 o 40 soldati britannici emerse dal margine del bosco sottostante, guidato dalla donna in nero che trasportava ancora il suo cestino. Era ora di abbandonare! Anche i due tiratori scelti si affrettarono a tornare, soffiando e sbuffando per lo sforzo e indicando squadre ostili che si avvicinavano da diverse direzioni. I tre uomini attraversarono una piccola radura e, risalendo di nuovo il canalone, si riunirono al resto del gruppo. In quel momento non era chiaro quanto vicino era il nemico, e da quale direzione erano maggiormente minacciati, più indietro la sentinella che copriva il bivio nel sentiero fu rinforzata da un altro membro della squadra e i due tiratori scelti, perché la strada dell'altro del bivio conduceva verso le linee nemiche. In un ulteriore tentativo di scoprire da dove aspettarsi i britannici, il capo squadra inviò due compagni, un veterano e un giovane soldato, in una missione di esplorazione andando verso il basso del piccolo precipizio. Sapendo che in queste circostanze era un impresa molto rischiosa, li esortò guardarsi attorno con attenzione e si posizionò vicino al suo mitragliere.
I due scout scesero come ordinato, raggiunsero la destinazione e presero posizione e, contrariamente alle loro istruzioni, improvvisamente svoltarono a destra, muovendosi lungo un facile sentiero attraverso i boschi, i loro fucili appesi, il pollice sotto la cinghia, proprio come dice "il libro" senza guardare mai a sinistra o a destra, ma solo dritto. Non c'è da meravigliarsi che non notarono un gruppo di inglesi con i loro caschi a piattino che apparvero in quel momento a una decina di passi alla loro sinistra i quali rimasero apparentemente così sorpresi da ciò che videro che si congelarono quasi letteralmente. Tuttavia i due esploratori tedeschi non notarono nulla mentre passavano proprio sotto il naso di quelli che erano stati inviati ad individuare. Nel frattempo gli inglesi si erano messi in ginocchio e in qualche modo nascosti ma non avevano le armi pronte, mentre il nostro frustrato leader di squadra, in piedi dietro un grande albero, stava guardando lo spettacolo. Il semplice fatto di chiamare i suoi uomini era, ovviamente, fuori questione che avrebbe avvisato il nemico della presenza della sua squadra. Tentò invece di attirare l'attenzione dei suoi due abborracciati eroi sul pericolo in agguato emettendo forti suoni sibilanti. Tutto inutilmente, finché alla fine non si fermarono di colpo sulle loro posizioni e indicarono avanti eccitati mentre guardavano indietro nella sua direzione. Agitato com'era, l'urgenza di richiamarli era inconfondibile e si affrettarono a tornare indietro, ripercorrendo i loro passi oltre gli inglesi ancora miracolosamente inattivi, di nuovo senza accorgersene, e su per le rocce tagliando sul fianco della collina fino a che, respirando faticosamente, raggiunsero lui, pronto a riferire le loro osservazioni. Tuttavia non si prese la briga di ascoltarli e li rimandò dagli altri.
All'inizio aveva impartito istruzioni esplicite alla sua squadra di non aprire il fuoco senza i suoi ordini diretti. Ora il nemico era ammucchiato nell'erba della piccola radura sottostante, non rendendosi conto che stavano offrendo un facile bersaglio, invitando ad un orrendo bagno di sangue. Il mitragliere così come gli altri uomini avevano un prurito alle mani per fare fuoco, ma l'ordine di iniziare a sparare non arrivò. Il capo squadra avevano giudicato i loro avversari inesperti e decise che "siccome i soldati inglesi non hanno fatto del male ai miei compagni, in cambio li risparmierò" e, inossarvato, ritirò il suo gruppo. Successivamente una raffica di granate da mortaio caddea nelle loro postazioni ormai vuote ma erano ormai ben fuori pericolo.
Sulla via del ritorno alle loro stesse linee oltrepassarono una cascina apparentemente deserta dove individuarono due pecore al pascolo. Stupiti e stanci della "mucca in scatola", la reazione di tutti fu "CARNE FRESCA!". La mitragliatrice pose fine alla "miseria" degli animali e gli uomini li trascinarono "a casa". Dopo aver raggiunto il loro perimetro, trovarono l'intera compagnia che brulicava di attività. I colpi erano stati sparati fuori dal perimetro! Tutti erano pronti all'azione. Da dove veniva il nemico? Non era stato altro che il decesso di due comuni pecore.
Il capo squadra riferì al comandante e fece il resoconto della missione.
Il "Capo" era stato comandante della 2a Compagnia da Cassino, il 3 marzo 1944, ma era stato subito ferito gravemente e non era tornato fino a quando il Battaglione, dopo il massacro di Cassino, era stato sollevato e trasferito a Bologna.
Era alto più di 1,89 metri e più giovane di sei mesi rispetto al nostro capo squadra. Impegnato nell'ideologia nazista fin dai suoi primi anni, era un seguace incrollabile di Hitler. Proprio come il nuovo Comandante del Battaglione e per questo nessuno fu sorpreso dal fatto che i due andassero d'accordo senza problemi.

Il capo squadra, a differenza dell'ufficiale, era stato un membro dei Boy Scout, un'organizzazione che Hitler aveva messo fuorilegge immediatamente dopo essere salito al potere. Tutte le sue proprietà vennero confiscate e poste sotto la protezione delle SS. Il nostro amico, all'epoca 15enne, e altri tre Boy Scout, decisero di "liberare" almeno i beni più preziosi del loro gruppo e scalarono, in pieno giorno e solo a 20 piedi dalla sentinella, una recinzione di 1.8 metri. Di ritorno dalla loro incursione dovettero passare di nuovo la guardia, ancora ignara.
La Gestapo rimase occupata due settimane per darsi da fare con alcuni sospetti ma la ricerca nelle loro case non portò a recuperare tutti gli oggetti mancanti e, da lì in poi, gli amici continuarono le loro attività clandestinamente. Disprezzavano la Gioventù Hitleriana, le SS, e tutto il resto collegato al sistema nazista.
La libertà si trovava solo nelle montagne dove divennero abili scalatori di roccia e ghiaccio, condizionando loro stessi ad essere atleti superbi, pronti a competere con il
membri della Gioventù Hitleriana in qualsiasi momento. Molte delle loro conoscenze tra il clero cattolico erano state incarcerate o spedite nei campi di concentramento, mentre altre erano sotto la continua sorveglianza della Gestapo.

Ai giovani era stata negata l'ammissione alle istituzioni di istruzione superiore e, per quanto non ne fossero ancora a conoscenza, gli organi di sicurezza li avevano contrassegnati come "Politicamente inaffidabili" e iniziarono a scivere fascicoli personali riservati che successivamente diventarono parte dei loro registri del servizio militare. Inoltre,
era stato emesso un ordine segreto che indicava che tali individui dovevano sempre essere assegnati al servizio di combattimento. In seguito, mentre si trovavano sul fronte di Cassino, un amico informò il capo squadra dell'esistenza di questi fascicoli. Inutile dire che il comandante ne era certamente a conoscenza.
Questi due uomini, che rappresentavano due diverse ideologie, si stavano affrontando: uno era un ex leader della Gioventù Hitleriana i cui amici d'infanzia erano tutti, fino ad allora, intrisi dello spirito nazista, mentre l'altro, così come i suoi amici più cari, erano
stati plasmati dal movimento Boy Scout Cristiani. Ma queste differenze fondamentali non erano realmente in discussione durante quello che cambiò successivamente. O lo erano?

[Il comandante accusa il capo squadra del mancato mitragliamento degli inglesi] '' Ciò avrebbe comportato la morte certa per due dei nostri compagni ", ha opposto il leader della squadra in sua difesa ma il comandante della compagnia ribatté rabbiosamente," Questo non fa differenza, perché non spetta a te considerare la probabilità di vittime. Parte della tua missione era quella di infliggere il massimo di vittime al nemico, e sono convinto che avrebbero perso 15-20 morti ". "Potrebbe essere vero, tenente, signore", rispose il suo subordinato, sorridendo leggermente, "ma facendo aprire il fuoco ai miei uomini sui canadesi, avrei disobbedito al tuo ordine diretto dato che mi avevi dato istruzioni esplicite di non essere coinvolto in uno scontro a fuoco con il nemico in qualsiasi circostanza".
Il comandante abbandonò immediatamente l'argomento, ammettendo tacitamente la sconfitta, e continuò in modo sorprendentemente cordiale, "Dimmi, non saresti interessato a una promozione per sergente? Ho tenuto un occhio su di te per un po 'e sono convinto che hai quello che serve per essere un sottufficiale". Non aspettandosi questa giravolta nella conversazione, l'ex-boy scout era imbarazzato e non aveva una risposta pronta.
Essere un sergente al servizio del "più grande maresciallo della storia" era assolutamente fuori discussione per lui. Un pensiero improvviso lo salvò dal rimanere intrappolato in una trappola per topi: "Signore, mi dispiace doverti segnalare che non sono idoneo alla promozione. Sono stato sotto corte marziale quasi due anni fa e il verdetto è stato di 20 giorni di duro lavoro, con un congelamento di due anni sulla promozione. I due anni non sono ancora trascorsi". Il comandante finse di essere sorpreso anche se senza dubbio aveva familiarità con il record di servizio del caporale e rispose:" Non so nulla di questo incidente. Perché sei stato punito così duramente, e dove è successo? "

E così il leader della squadra procedette a relazionare come, nelle Montagne del Caucaso, a un'altitudine di oltre 1000 mt slm e durante la "Grande tormenta", il suo leader di squadra di allora aveva commesso un "peccato mortale" militare. Avevano presidiato un avamposto, con un programma di rotazione di quattro giorni,  utilizzando una grotta di ghiaccio costantemente gocciolante come unico rifugio disponibile. La squadra che doveva rilevare la precedente doveva come prima cosa sempre allargare la caverna ghiacciata, perché il ghiaccio continuava ad aggiungersi strato dopo strato fino a quando, dopo quattro giorni, per gli uomini c'era solo abbastanza spazio per gattonare come tassi. Gli uomini avevano la pelle costantemente macerata e con i pidocchi avevano una giornata campale.
Gli occasionali tentativi russi di prendere di sorpresa i punti fortificati tedeschi rimasero infruttuosi, poiché gli attaccanti, nonostante i loro eccellenti indumenti protettivi, si congelarono a morte sulle pendici del passo. Non c'era davvero nulla di cui preoccuparsi in termini di penetrazioni nemiche riuscite mentre le temperature rimanevano bassissime e la tormenta continuava a infuriare.
Il fatidico incidente accadde il 2 dicembre 1942 dopo che il leader della squadra "Sch .." fu rilevato dall'avamposto e assegnato a un bunker di tronchi coperto di neve che faceva parte della linea principale di difesa. Il buon leader della squadra decise di rinunciare al dovere di sentinella durante la notte a causa delle condizioni meteorologiche abominevoli. Era stato programmato che primi uomini uscissero alle 0500 e quel mattino, mentre si stavano preparando, si udì una voce forte fuori dal riparo. Era il comandante che controllava personalmente le sentinelle e l'ingresso del loro rifugio si era quasi chiuso dalla neve, lasciando lo spazio sufficiente per un cane di taglia media per strisciare. Il nostro amico ha sostenuto che, dal momento che Sch. era stato il capo squadra in carica, la sua vita non era a rischio. A causa della quasi certezza di essere assegnato a un battaglione penale, il suo migliore amico - anche lui un ex-boy scout - e lui stesso riferirono di aver abbandonato i posti di guardia assegnati troppo presto, il che in effetti equivaleva a mentire al loro comandante, un capitano.
E questo, concluse, era quello che li aveva messi nella rete per 20 giorni e il congelato la promozione. Il nostro caposquadra, tuttavia, non ha prudentemente menzionato il fatto che questo particolare capitano, che aveva l'intera unità, compresi gli ufficiali, che si sbattevano nei loro stivali, assomigliava per molti aspetti al suo attuale comandante, un primo tenente.
Il suo superiore, che aveva ascoltato senza interruzione, annuì con approvazione e sorrise, iniziando quasi a piacere all'autore. Quindi chiese cordialmente: "Per quanto tempo durò il congelamento della promozione?" "Il periodo di penalità di 20 giorni iniziò il 4 dicembre e terminò il 24 dicembre 1942", fu la risposta, dopodiché il comandante, ora sogghignando apertamente, concluse la discussione dichiarando:" Beh, manca poco tempo fino a Natale quando sarà tutto finito. "Il caporale fu licenziato e tornò nella sua area di squadra, riflettendo su quest'ultima osservazione.

Il leader del plotone, George, gli si avvicinò alcuni giorni dopo, e gli spiegò che il comandante della compagnia si aspettava che ogni capo squadra del gruppo si offrisse volontario per un'operazione di assalto a San Marcello. Tutti gli altri avevano già accondisceso con lui che sdoveva essere l'ultimo a mettersi in fila.
Dopo una pausa riflessiva, rispose: "Di 'al Vecchio che andrò avanti solo se mi sarà ordinato di farlo. Fino ad oggi mi sono offerto volontario solo una volta, doveva essere per servire nel 2 ° Battaglione di alta montagna, e non farò mai più volontariato per nulla". Il leader del plotone era scioccato e scuotendo la testa lo implorò, "Ma non puoi assolutamente farlo! LUI pensa così bene di te" Il caporale rimase irremovibile. "Non fa differenza quanti "punti" ho con il capo, digli cosa ti ho detto." L'assalto a San Marcello venne successivamente annullato, perché uno dei capi squadra della compagnia si era rifiutato di "farsi volontario" per la missione.

La fine di novembre era vicina; aveva nevicato pesantemente, e la 2a compagnia, così come le altre compagnie del battaglione, avevano lavorato diligentemente per migliorare e preparare all'inverno le loro postazioni al meglio delle loro capacità. Il 17 novembre, la 4a Compagnia, fungendo da "Vigili del Fuoco", dovette neutralizzare una penetrazione nel settore detenuto da un battaglione di fanteria a sud di Eglio. Montando un contrattacco di successo su Hill 832, furono in grado di ristabilire la linea difensiva originale, sebbene il prezzo che pagarono, 9 morti e 40 feriti, fu alto, elementi della 1a e 3a Compagnia di 4° Battaglione furono schierati nelle immediate vicinanze della strada del Passo dell'Abetone.

Dopo che le forze nemiche riuscirono a penetrare nelle posizioni detenute dal 1044° reggimento di fanteria sul monte Belvedere, la 4a compagnia fu spedita e riuscì a stabilizzare la linea dopo costoso scontro. Con l'eccezione degli impegni sopra menzionati, c'erano solo missioni di sondaggio e esplorazione. In breve, non c'era molto da fare; c'erano sporadici colpi di artiglieria in arrivo ma le postazioni erano ben mimetizzate e non facilmente individuabili dagli osservatori avanzati del nemico.
Questa pausa nell'azione spinse apparentemente il comandante a programma esercizi di ginnastica ritmica per tutti alle 07.00 in punto ogni mattina perché "gli uomini devono essere tenuti in forma per i futuri combattimenti". Lui stesso partecipò nel ruolo di "allenatore".
Anche la seconda compagnia, in solitarie postazioni avanzate, non era esente. L'intero complemento dovette riunirsi in una radura, formare un cerchio attorno al capo e iniziare facendo "Braccia in avanti, a sinistra, a destra; girare dall'anca ", ecc. ecc. La radura, sfortunatamente, era aperta all'osservazione nemica e non passò molto tempo prima colpi di artiglieria iniziassero a cadere nelle vicinanze, anche se un metro e mezzoi di neve li rendevano piuttosto innocui. L '"allenatore" non sembrò impressionato e continuò gli esercizi.
Voleva rischiare un colpo diretto? "Cesare", che era tra gli atleti, si aspettava di essere ucciso in qualsiasi momento, ma gli esercizi di ginnastica ritmica continuarono anche se gli impatti continuavano ad avvicinarsi sempre di più. Non un'anima osò mettersi al riparo fintanto che il Vecchio dirigeva instancabilmente gli esercizi. Gli artiglieri nemici, rendendosi apparentemente conto che lo sbarramento, effettuato anche da cannoni di grosso calibro, non aveva affatto confuso questi tedeschi ...... fanatici dello sport, provarono successivamente con munizioni da "guerra psicologica" ma c'era sempre stato un severo divieto di raccogliere, figuriamoci leggerle, quei volantini di propaganda, e, in questo caso, ogni tentativo di darvi un'occhiata furtiva venne soffocato dalla presenza del comandante dagli occhi d'aquila.

Gli esercizi mattutini programmati nella radura continuarono come al solito per un certo numero di giorni fino a quando gli uomini "dall'altro lato" si  stancarono di questo spettacolo e ricorsero a proiettili esplosivi, fatto che, giudicato da un punto di vista puramente atletico, erano uno sporco trucco. Infine il Vecchio, infine, con suo grande rammarico, annullò la routine di fitness fisico al mattino presto.

La 2a Compagnia fu rimpiazzata durante la prima settimana di dicembre e si ritirò a Sant'Anna Pelago, dall'altra parte del Passo dell'Abetone. Al Battaglione furono distribuite divise da campo invernali di un tipo mai visto prima. Questi cosiddetti "completi da fronte est" avevano una fodera interna spessa, erano reversibili (un lato bianco, l'altro con un motivo mimetico) e certamente non eleganti, ma voluminosi e che davano l'impressione di goffaggine. Erano tuttavia ben progettati e robusti. Anche gli sci diventarono disponibili e tutti ebbero la possibilità di usarli e divertirsi, anche se allo stesso tempo caddero in un vecchio trucco: furono scelti i migliori sciatori per un successivo incarico in un plotone di sciatori di recente formazione.

Operazione tempesta invernale
Le spensierateattività pre-festive vennero interrotte dalla notizia che, per ragioni sconosciute, si prevedeva di spostarsi verso Natale. Molti si lamentarono amaramente di questa assurdità, ma era ufficiale: il quartier generale superiore decretò che il Natale si doveva festeggiare il 22 dicembre 1944. Non c'era molto dello spirito natalizio, tranne che era stata distribuita e consumata una maggiore quantità delle solite bevande alcoliche, permettendo agli uomini di annegare l'infinita silenziosa miseria nell'alcol. Alcuni dei compagni più anziani avevano anche qualche difficoltà a ricordare dove e come avevano trascorso il Natale durante i precedenti anni di guerra.
Le truppe vennero congedate ma il riposo fu breve e furono svegliate con gli ordini per prepararsi alla partenza con gli zaini completi. "Con zaini completi?" alcuni domandarono assonnati, ma nessuno ebbe il tempo di ascoltare domande oziose; tutti erano di fretta, e la compagnia fu presto pronta, battendo la strada alle 03.30 del 23 dicembre 1944. Era buio pesto e nevicava leggermente mentre salivano fino al Passo Radici e giù dall'altra parte nella Valle del Serchio. Smise di nevicare all'alba quando raggiunsero alcune case lungo la strada e venne ordinato di ripararsi all'interno.
Dovevamo rimanere al coperto durante le ore di luce del giorno, fuori dalla vista di osservatori e aerei ostili per mantenere segreta la presenza del Battaglione nell'area. Gli uomini dormirono indisturbati fino al calar della notte quando continuarono a scendere nella valle. L'artiglieria si fece sentire occasionalmente in lontananza e proseguirono, attraversando borghi gravemente danneggiati dalla guerra e villaggi più grandibombardati, dove muri frantumati e canne fumarie solitarie si stagliavano silenziosamente al chiaro di luna spettrale. Un cartello bucato indicava che quella era stata la città di Castelnuovo.
Poco dopo lasciarono la strada principale e continuarono su una strada sterrata fino a quando non arrivarono all'incrocio con un altro percorso in cui si imbatterono in un piccolo distaccamento di alpini italiani che indossavano i loro tipici cappelli. L'incontro fu abbastanza amichevole ma ridotto dalla barriera linguistica e dalla necessità di rimettersi in marcia perché era indispensabile raggiungere la loro destinazione prima dell'alba.
 
Era ancora buio quando arrivarono ai piedi di una collina boscosa dove furono in grado di distinguere una serie di fabbricati agricoli sparpagliati dove si serebbero messi a proprio agio. Ancora una volta, l'ordine era: nessuna luce visibile dall'esterno, non fumare fuori, niente fumo dai camini e nessuno fuori durante le ore diurne, perché il borgo era esposto all'osservazione nemica, e di nuovo, era obbligatorio che la presenza del Battaglione rimanesse nascosta ad occhi ostili. Dopo avere mangiato qualche cosa, i graduati e i soldati furono autorizzati a sistemarsi per un meritato riposo, mentre i leader dei plotoni dovevano riferire al comandante.
Fino a quel momento, da quando erano partiti da Sant'Anna Pelago,i dettagli dell'operazione erano stati filtrati solo fino al livello della compagnia e tutti quelli sotto erano rimasti nella beata ignoranza di quello che stava succedendo con tanta segretezza . Questo era sempre stata la Procedura Operativa Standard e nessuno ci perdeva il sonno più di tanto. Sapere cosa ci aspettava non aveva mai fatto comunquealcuna differenza poiché le decisioni erano state prese più in alto e gli uomini erano rassegnati a gestire le situazioni di volta in volta.
I leader dei plotoni tornarono con le seguenti informazioni: "Il nemico, impegnando forze travolgenti di uomini e materiale durante settimane di battaglia, stà cercando di forzare il Passo della Futa sulla statale Firenze-Bologna. Le truppe tedesche hanno subito pesanti perdite e sono sotto pressione. Al fine di alleviare quel settore del fronte, deve essere lanciato un diversivo, nome in codice Winter Thunderstorm, da una task force delle dimensioni di un reggimento. Al 4° Batttaglione di fanteria da alta montagna è assegnato il comando dell'assalto con l'obiettivo di respingere indietro il nemico per circa 15 miglia. Dopo aver raggiunto l'obiettivo, la task force dovrà ritirarsi di nuovo alle vecchie linee del fronte. Di fronte a noi, alla nostra destra, nell'area del villaggio di Lama, ci sono truppe brasiliane reputate coraggiose ma la nostra avanzata è diretta contro elementi della 92a divisione di fanteria americana, un'unità nera. Nessun prigioniero deve essere preso! Inoltre, con effetto immediato, tutti i capi squadra che hanno completato l'addestramento di base della leadership indosseranno una striscia argentata sulle spalline".
Gli uomini rimasero sinistramente silenziosi per un po'; la parte del briefing relativa al non prendere prigionieri non era stata presa troppo bene e, in particolare l'ex boy scout, ora capo della 1a squadra, non aveva intenzione di obbedire a questo ordine criminale. Quindi chiese piuttosto innocentemente: "È mai successo a qualcuno che il nemico potesse vendicarsi in questo modo?" mentre allo stesso tempo cuciva obbligatoriamente le strisce d'argento sui suoi spallacci. Come previsto, il suo commento ha dato il via a una grande confusione e critiche come "Sì, è vero. Un ordine come questo non è mai stato emesso prima!" erano molto diffuse, rendendo evidente che i compagni erano furiosi e uniti nella loro determinazione a disobbedire a questa direttiva.
Questa era la prima volta che gli uomini del Battaglione avevano espresso apertamente la loro opposizione a un determinato ordine, ed erano ovviamente pronti a ignorare i desideri dei loro superiori. I leader del plotone quindi non avevano altra scelta che tornare dal comandante della Compagnia per informarlo dell'umore dei soldati.
I pochi anziani rimasti ricordarono quando a Cassino, durante la lotta per Hill 706, fu organizzata una tregua temporanea con gli americani. Durò da mezzogiorno al 16.30, permettendo a entrambe le parti di prendersi cura dei loro morti e feriti. L'allora alfiere di prima classe Karl Heinz Keck (che sopravvisse alla guerra e alla data di questo scritto, nel settembre 1992, è ancora in vita) incontrò allora il Colonnello L. Reese di Filadelfia e due capitani sul campo di battaglia. Il colonnello consegnò il suo biglietto da visita al guardiamarina invitandolo a una visita negli Stati Uniti dopo la guerra. I medici di entrambe le parti lavorarono insieme per prendersi cura delle vittime, indipendentemente dalle loro nazionalità. Ci fu persino tempo, anche se era ovviamente rigorosamente vietato, per un po 'di baratto: sigarette americane per decorazioni e insegne tedesche, con la stella alpina dei soldati di montagna che era un oggetto molto ambito. I tedeschi tornarono da questo incontro con un opinione piuttosto favorevole delle loro controparti americane. ''In realtà essi sono un bel gruppo di ragazzi, se non fosse per questa ..... guerra". Ma a quel tempo prevalse un atteggiamento diverso. Il barone von Ruffin, molto amato e rispettato come un ufficiale umano e onorevole, era il comandante del battaglione, e un tale ordine sarebbe stato assolutamente impensabile sotto il suo comando.
 
I leader del plotone tornarono dopo qualche tempo, annunciando che "sarebbe giusto prendere alcuni prigionieri". Gli uomini accettarono silenziosamente questa decisione, la loro fiducia nel l'integrità della leadership si stava riducendo ancora di più. La loro attenzione era ormai concentrata principalmente sulla missione del giorno dopo che, per la maggior parte di loro, essendo sostituti inesperti, sarebbe stato il battesimo di fuoco, e senza che gli fosse stato ordinato di farlo tutte le armi vennero accuratamente controllate. I "cavalli di guerra" più esperti erano ugualmente occupati ma i loro pensieri si soffermavano sugli scontri passati. Avevano combattuto russi, francesi, inglesi, indiani, americani, aridi soldati di molte altre nazioni. I neri americani ora sarebbero stati aggiunti alla lista. Come combatteranno?
 
La compagnia iniziò ad avanzare alle 20:00. Era buio pesto e nevicava lievemente mentre le truppe silenziosamente arrancavano su per il pendio di una collina densamente boscosa. Era stato vietato fumare ed di doveva evitare qualsiasi rumore non necessario. Con l'aumentare delle nevicate, divenne presto di nuovo evidente che le divise invernali erano molto utili. Dopo 2,5 ore fu ordinata una sospensione e fu concesso il permesso di togliere i pesanti zaini ma il divieto di fumare fu nuovamente enfatizzato. Con i cappucci tirati sopra la testa, gli uomini si sedettero assonnati sui loro zaini in attesa, nella notte tranquilla. Furono presto coperti da oltre 3 centimetri di neve.
 
All'improvviso uno di loro cominciò a parlare a bassa voce: "Ehi, ascolta tutti! È l'Operazione Temporale Invernale. Oggi è Natale!" "Ha ragione" si sentivano gli altri sussurrare, "Oggi è il 24 dicembre". Le forme immobili iniziarono a muoversi, spazzarono via la neve accumulata e frugarono nei loro zaini per cercare un po 'di cioccolato o caramelle nascoste. Presto tutto tacque di nuovo, ogni uomo solo con i suoi ricordi di casa, d'infanzia e dei Natali passati, in tempo di pace.
 
I pensieri dell'ex-boy scout e ora leader della 1a squadra lo riportò sulle montagne del Caucaso, quando in questo giorno di due anni fa e con le mani gelate, aveva completato i suoi 20 giorni di duro lavoro. Ora, riposando sui loro zaini, lui e i suoi compagni stavano aspettando che l'ordine di attaccare. Continuarono ad aspettare e, uno ad uno, si addormentarono. Quando furono finalmente emessi gli ordini di muoversi, nessuno si rese conto che era il giorno di Natale, il 25 dicembre.
Gli uomini della 2a Compagnia furono destati alle 04:30 e "Cesare" apparve prontamente informando il caporale che gli ordini del comandante avevano effetto immdiato, la 1a squadra venne attaccata al suo plotone. Questa era una pillola amara da inghiottire per i membri della squadra ma si misero gli zaini in spalla e seguirono l'intransigente. Mentre continuavano ad avanzare, incontrarono dei medici che affermavano che la 1a compagnia era inciampata in un campo minato e aveva subito gravi perdite. Questa era una notizia deprimente, che lasciava gli uomini di umore abbattuto. Come è successo? Nessuno aveva sentito spari o esplosioni e tutti erano ansiosi di scoprire qualcosa di più di ciò che i medici avevano menzionato mentre la compagnia li sfilava lungo la strada che li riportava alla retrovie.
 
La 92a Divisione Buffalo
Gli elementi esploranti della 2a Compagnia avanzarono appena sotto la cima della collina, quindi strisciarono attraverso la neve, sotto i castagni, fino a raggiungere la cresta. Ormai era giorno e aveva smesso di nevicare. Un po 'sotto di loro e sul versante opposto di una piccola valle, una carrareccia accidentata serpeggiava verso un piccolo borgo che, visto dalla loro posizione, aveva l'aspetto di una piccola ma formidabile fortezza a causa di due evidenti torri quadrate. A questa impressione si aggiungeva la posizione del borgo, in cima a una ripida collina. Si vociferava che la 1a Compagnia si fosse imbattuta nel campo minato a destra e sotto questa piccola collina ma era impossibile distinguere qualcosa laggiù. Arrivarono gli ordini per il plotone di Cesare che avrebbe dovuto guidare la Compagnia nel suo attacco al villaggio e, utilizzando la strada accidentata come direzione di avanzamento, procedere in linea indiana, ampiamente distanziati di 30 metri.
 
L'assalto fu subito accolto da uno sbarramento di proiettili al fosforo bianco, più pericolosi di qualsiasi cosa qualcuno avesse mai incontrato. L'unico modo per sfuggire a questo inferno soffocante e infuocato era di avvicinarsi al nemico il più rapidamente possibile e tutti hanno fatto del proprio meglio per farlo. Nessuno, tuttavia, fu in grado di superare le prestazioni di "Cesare", simili a quelle di un antilope africana che corre per la vita, fino a quando non riuscì a tuffarsi nella sicurezza di una buca americana abbandonata che si trovava proprio di fronte a un bastione fatto di terra e pietre che erano servite da linea di difesa nemica, ma venne rapidamente superato dal plotone prima dell'arrivo del resto della Compagnia.
"Cesare" non si trovava da nessuna parte, finché alla fine sbirciò cautamente fuori dal suo nascondiglio e ordinò al capo della 1a Squadra, che si mise esposto in piedi davanti alla buca guardando alternativamente il terreno e il suo superiore rannicchiato, di portare i suoi uomini lungo un ripido burrone e superare gli americani sulla sinistra. Probabilmente il comandante, dopo aver visto questo spettacolo da lontano, apparve all'improvviso sulla scena e strapazzò furiosamente lo sfortunato Cesare. "Se vuole dare ordini, almeno esca da questo buco. È chiaro?" "Cesare" rispose docilmente: "Sì, signore, tenente, ma mi sembra di avere una visione migliore del burrone da quaggiù". Mentre gli uomini arruolati sapevano da tempo che "Cesare" era un modello "intransigente" ma allo stesso tempo un assoluto codardo, solo in quel momento il comandante iniziò a porvi attenzione. Credeva davvero che fosse ancora possibile raggiungere la "Vittoria finale" con il sostegno di persone come Cesare?
 
Da quel momento la 1a squadra dovette prendere il comando mentre l'attacco continuava con l'obiettivo immediato di prendere Sommocolonna, in cima allo strapiombo. A ciò doveva seguire una avanzata verso Barga e, infine, verso Fornaci di Barga, dove l'operazione nella valle del Serchio si sarebbe fermata.
La squadra procedette con cautela lungo il burrone, aspettandosi di incontrare il nemico in qualsiasi momento. Dopo aver raggiunto l'estremità inferiore, il leader iniziò a girare a destra quando improvvisamente scoprì un gruppo di uomini armati, anche loro sorpresi, in piedi accanto a una piccola tettoia. Entrambi i leader alzarono simultaneamente le loro mitragliatrici ma esitarono all'ultimo momento, rendendosi conto che entrambe le parti erano vestite allo stesso modo. Non avevano ancora abituato l'occhio alle uniformi invernali di recente distribuzione. Si scopri che i membri dell'altro gruppo erano elementi del fianco sinistro del battaglione Mittenwald. Sorrisero in segno di riconoscimento e si salutarono a vicenda, mentre la 1a squadra continuava a destra, dove il terreno era ricoperto da grandi castagni, fino a un canalone profondo 5-6 metri da cui non andarono oltre.

 L'intera 2a Compagnia, ad eccezione della colonna dei muli, nel frattempo si era spostata in alto e "il borgo simile a una fortezza" con le sue due torri, era immediatamente sopra l'unità. Finora la colonna non era stata colpita dall'incredibilmente feroce sbarramento di artiglieria ma i colpi in arrivo iniziarono a colpire l'area dove erano esplodendo sugli alti alberi, decapitando anche un compagno molto popolare.

Venne rilevato un ufficiale nemico su una delle torri e prontamente colpito da uno dei tiratori scelti mentre contemporaneamente furono osservati un gran numero di soldati di colore americani che si preparavano a montare un contrattacco sul già menzionato bastione di pietre e terra. Le mitragliatrici tedesche aprirono immediatamente il fuoco e lo sbarramento omicida e devastante dell'artiglieria americana fu spostato e cadde sul villaggio stesso e sul contrattacco dei soldati della Buffalo. Una delle torri ricevette un colpo diretto e, come se schiacciato da un pugno gigante, venne divisa a metà e crollò in una nuvola di fumo e polvere. Era stata la posizione dell'ufficiale nemico prima che venisse colpito da uno dei tiratori scelti tedeschi.
 
Il comandante della 2a compagnia era tra le vittime tedesche. Rimproverava sempre bruscamente i suoi uomini se non riuscivano a trincerarsi; a quanto pare non aveva ancora notato che la maggior parte degli uomini avevano perso i loro attrezzi di scavo durante la ritirata da Cassino. Lui stesso, tuttavia, rimaneva in piedi senza cercare riparo nonostante la sua cospicua struttura di un metro e novanta di altezza, che offriva un bersaglio invitante a un tiratore nemico. Fu ferito per la prima volta nella parte superiore del braccio destro. Dopo avere ispezionando brevemente il danno, pronunciò "Dannazione" e procedette. Il proiettile successivo lo prese nella coscia destra e il suo commento fu di nuovo "Dannazione" ma non era ancora propenso a cercare riparo; non era in grado di nascondere che stava zoppicando.
 
La 1a squadra proseguì attraversando il canalone dopo che erano cessate ulteriori resistenze. Sotto il numero civico di un'abitazione abbandonata e chiusa un cartello diceva "Sommocolonna-Barga". Il comune soldato tedesco "Anny" raramente sapeva dove si trovava come anche in questo caso. Pertanto, dovette cercare di imparare i nomi di villaggi, insenature, vallate e altre caratteristiche geografiche per orientarsi. Tutto ciò che si sapeva ufficialmente di questa operazione era che avrebbero dovuto respingere il nemico per circa 24 chilometri e poi ritirarsi di nuovo.
Così avvenne.
Nel frattempo la luce del giorno stava iniziando a svanire e cominciò a piovigginare. Gli uomini stavano riposando nuovamente sui loro zaini con alcuni di loro che frugano per trovare del cibo in mezzo al loro carico disordinato. Cesare era stato visto l'ultima volta rannicchiato nella buca e da allora tutti gli ordini provenivano direttamente dal comandante ma era l'unico ufficiale della Compagnia ed era stato ferito. Cosa sarebbe successo dopo? Sarebbe stato un disastro se fosse subentrato Cesare. Nessuno sapeva dove si nascondessero gli americani. Anche se gli occhi e le orecchie erano tesi non erano percettibili movimenti o rumori sospetti. L'oscurità calò e per ore le truppe continuarono a rimanere sedute assonnate. Alla fine arrivò l'ordine di andarsene e la colonna proseguì verso il fondovalle seguendo una carrareccia attraverso uliveti e vigneti terrazzati.

27 dicembre 1944, 03:30. Era ancora buio, ma aveva smesso di piovere ed era uscita la luna. La pista sulla cartina li aveva guidati in vista di una larga strada maestra nel fondo valle che, svoltando a destra, le truppe imboccarono. Un ampio letto di un fiume era debolmente visibile a sinistra. Il bordo della carreggiata era disseminato di pezzi scartati di uniformi americane, bazooka e altro materiale militare, tutte prove evidenti di una ritirata frettolosa, ma ora era tutto silenzioso e apparentemente nessun combattimento sembrava essere in corso nell'area.
Dopo un pò l'unità lasciò la strada maestra, girò a sinistra e, attraversando il fiume su un vecchio ponte di pietra, arrivò a un complesso di edifici. Gli uomini furono felicissimi quando scoprirono pile di materassi negli scantinati lasciati aperti. Fu ordinato un periodo di riposo e quasi nessuno ricordava l'ultima volta che avevano potuto godere di un simile lusso. Il complesso di edifici era situato alla base di un ripido scarpata e nessuno poteva dire cosa c'era sulla cima.

 Il riposo fu molto breve. Si erano appena addormentati quando furono svegliati nel loro comodo luogo di riposo. "Tutti su e fuori! Sbrigatevi! Tornate indietro di cento metri! La nostra artiglieria sta per sparare una raffica su questa zona! ". Dopo un tale brusco risveglio, c'erano bestemmie e insulti verso gli artiglieri, fortunatamente distanti.
"Quei ... dannati idioti! Perché mai vogliono iniziare a bombardare un posto che occupiamo da ore? Quando ne avevamo davvero bisogno a Sommocolonna, loro affermarono che era fuori dalla portata dei loro pezzi. Comunque, che tipo di "affare da scimmie" è questo? "
Era tutto inutile, "l'affare da scimmie" avvenne come programmato. Fortunatamente, non c'erano civili in giro; apparentemente erano partiti da un pò di tempo. E Cesare tornò a farsi vivo e come dimostrò di essere solo la prima mossa l'ordine iniziale di ritirarsi di 100 metri, diresse la 1a squadra nuovamente al punto di partenza mentre la colonna prendeva un ripido sentiero acciottolato che portava in cima alla scarpata sopra menzionata. Arrivati ​​in cima, furono sorpresi da una vista memorabile: una bellissima cittadina era distesa sul fianco della collina di fronte a loro. Fila dopo fila di graziose piccole case erano terrazzate fino alla cima che era occupata da un imponente edificio, la cattedrale della città. Ad un incrocio immediatamente davanti a loro, un segnale indicava che questo era Barga. Era ancora occupato dagli americani? Cautamente la squadra avanzata avanzò in linea senza molta copertura fino a quando si trova inaspettatamente davanti ad un ponte che attraversava una voragine rocciosa larga circa 70 metri. Questo era il centro della città, dove avrebbero potuto essere istituite delle difese quasi inespugnabilisenza ricorrere ad una significativa forza lavoro o a mezzi elaborati.
Il leader della squadra decise di attraversare per primo e da solo, con i suoi uomini che lo coprivano con le loro armi. Il resto lo seguì, uno alla volta, ma non fu sparato loro nessun colpo; la città sembrava deserta. (Nota dell'autore: le cariche da demolizione erano state posate già dal 3 dicembre e il ponte era pronto per essere fatto saltare in aria, ma nella loro ritirata a capofitto i genieri della Divisione Buffalo si dimenticarono ovviamente di farlo.)
 
La graziosa cittadina era davvero deserta, ma in qualche modo non erano in grado di liberarsi della sensazione di essere costantemente osservati da qualcuno. I loro pesanti stivali da montagna tempestati di chiodi creavano un'incredibile fracasso sui ciottoli delle stradine e. dal momento che è sempre più facile combattere un attaccante che deve muoversi in salita, il leader della squadra decise di raggiungere l'altura intorno alla cattedrale il più rapidamente possibile. Alcuni degli edifici incontrati sulla strada verso il loro obiettivo erano in fiamme, granate americane erano disseminate sulle
strade e alcune suore stavano accumulando le loro povere cose su un carretto di fronte a un imponente cancello. Ignorarono i gesti amichevoli dei soldati tedeschi ma lo lo fecero per colpa del trambusto che aveva ovviamente sconvolto la routine della città? Una volta in cima, gli uomini intuitivamente si diresse verso il portale, con l'intenzione di entrare nella cattedrale.
Se qualcuno avesse chiesto loro in quel momento e in quel posto se si erano guadagnati l'accesso, probabilmente essi non avrebbero saputo offrire una spiegazione ragionevole. Supponiamo che sia stato a causa del Natale. Ma non importava, perché l'ingresso era chiuso a chiave. Girovagando, godettero della vista panoramica di fronte a loro con Sommocolonnia, che avevano preso ieri, sulla collina in lontananza, ancora più indietro le montagne innevate con le loro vecchie posizioni e, soprattutto, cieli blu e la tranquilla luce del sole.
Non era l'Onnipotente, che aveva permesso loro di essere qui in queste uniformi, che risedeva anche lì? Quando il loro sguardo ritornò dai monti lontani sui tetti delle città sottostanti, notarono che erano gravemente danneggiati da precedenti combattimenti. Ma gli sporadici bombardamenti tedeschi di quella mattina non avrebbero potuto causare una distruzione così estesa. Altri gravi combattimenti dovevano aver avuto luogo qui in precedenza.
Attraverso strade strette e vicoli, la squadra ricominciò a scendere di nuovo in città e, dopo aver attraversato un bellissimo portale medievale, entrò in una grande piazza a schiera. Le terrazze, disposte a semicerchio come le file di sedili di un antico anfiteatro, furono oscurate in cima da un gruppo di enormi cedri del Libano. Sul lato sinistro la piazza era delimitata dal vecchio muro con la Porta Reale, sul lato opposto da una fila di case e un piccolo arco che conduceva, come la freccia su un piccolo cartello sembrava indicare, all'Hotel Libano. Il leader della 1a squadra inviò una sentinella alla Porta Reale come protezione dalle sorprese da quella direzione. (Nota dell'autore: d'ora in poi chiameremo "Scout" il capo squadra per una più facile identificazione da parte del lettore. Dopotutto un tempo era stato un boy scout.)
I membri della squadra lasciarono i loro zaini tra i cedri e si riposarono; alcuni fecero uno spuntino, altri fumarono. Nel frattempo il resto della 2a compagnia era arrivato e l'occupazione di Barga era completa. L'istruzione passata dalla Compagnia era: "La requisizione è consentita". Questo, ovviamente, non era altro che un eufemismo per "Il saccheggio è permesso" e lo Scout aveva sempre considerato questa pratica degradante per una nazione civile. Ma i nazisti erano civili?
Durante la prima guerra mondiale i soldati dell'Esercito K.U.K. ( acronimo di kaiserlich und königlich - dal tedesco: imperiale e regio) dell'Impero austro-ungarico, venivano puniti dalla "Spange" se, avendo fame, venivano catturati perchè sorpresi a rubare un pollo nel territorio occupato. I veterani della prima guerra mondiale che avevano assistito a questa barbara procedura descrissero come il colpevole venisse sospeso per 24 ore per i polsi a un ramo di un albero con le punte dei piedi che toccavano a malapena il terreno. Nell'esercito odierno, tuttavia, era una Procedura Operativa Standard e allo Scout non era permesso negare ai suoi uomini questo "privilegio". Tuttavia, nessuno di loro mostrò alcun interesse ma molti altri membri della Compagnia ne approfittarono con entusiasmo.

La pausa durava da un po 'di tempo e i compagni si stavano rilassando semplicemente seduti in circolo quando il nostro amico, un po' annoiato, lanciò uno sguardo verso il piccolo arco che conduceva all'Hotel Libano e, proprio come uscisse da un passaggio buio, emerse una figura alta e pesantemente armata, seguita da diversi individui simili. Le sue mani erano sepolte nelle tasche dei pantaloni, una sigaretta penzolava con noncuranza dalle sue labbra e il suo petto era decorato con alcune medaglie, una delle quali rettangolare, di colore blu brillante e con raffigurato un fucile. Indossava un elmetto coperto da una rete e il colore della sua pelle era nero, così come quello dei suoi compagni.
Lo Scout inizialmente credeva di fronteggiare gli amichevoli soldati italiani del settore vicino, ma poi, pronto a sparare con il fucile mitragliatore, si scagliò verso di loro, urlando "Mani in alto!" e poi immediatamente avvisò i suoi compagni gridando "Attenti, ci sono negri!". Il gigante nero osservò per primo lo Scout con curiosità, quasi come se fosse divertito dall'aspetto di uno di quei piccoli pigmei decorativi in gesso nel giardino di casa.
Ma poi, colpito dalla realtà, il colore del suo viso divenne cenere, la sigaretta cadde a terra mentre il suo mento cadeva e le sue mani si alzavano mentre i suoi tre compagni facevano lo stesso. In quel momento apparve uno sbandato che eseguì immediatamente un vero salto mortale e atterrò in sicurezza nella strada principale sottostante. Alcuni colpi sparati selvaggiamente probabilmente, si spera, non lo ferirono. La sua reazione schietta e audace meritava certamente ammirazione.
Scout e i suoi uomini privarono i loro prigionieri dalle loro armi e da tutti gli altri oggetti che, in base alle regole generalmente accettate della guerra "civilizzata", non avrebbero dovuto tenere come mappe, bussole, binocoli, accendini, coltelli da tasca e cose del genere. Nessuno, tuttavia, toccò i loro nastri, medaglie, insegne o distintivi di unità, perché prenderli da un prigioniero era considerato disonorevole. Ma cosa era successo all'etica militare, alle tradizioni e all'onore dallo scoppio di questa guerra?
Una volta che i soldati neri erano stati disarmati, gli fu permesso di abbassare di nuovo le mani. Siccome le sigarette erano sempre state un prodotto scarso tra i tedeschi, lo Scout prese la sigaretta ancora fumante per poi restituirla e lasciare che il capo dei neri finisse di fumarla. L'uomo, tuttavia, declinò probabilmente non si sarebbe mai aspettato di essere accomodante con un nemico, mentre lo Scout non ci pensava. L'americano nero, apparentemente un anziano sottufficiale della Divisione Buffalo, apparve piuttosto sorpreso ed esitante chiese: "Sei tedesco?" La risposta "No, sono austriaco" fece illuminare il volto dell'uomo e trasmise la buona notizia ai suoi compagni. Ovviamente erano piuttosto sollevati dal fatto che le loro peggiori paure si fossero rivelate infondate. Anche se non sapevano quali ordini avevano inizialmente ricevuto i soldati tedeschi. L'apprensione dei prigionieri di guerra aumentò di nuovo quando apparvero un certo numero di ufficiali che, con l'eccezione del Comandante del Battaglione, erano sconosciuti allo Scout.
Gli americani dovettero quindi allinearsi con le spalle contro il lato di una casa e poiché la situazione suggeriva moltissimo un'imminente esecuzione, gli uomini spaventati guardarono ansiosamente lo Scout, che si era tenuto vicino al gruppo di ufficiali per ascoltare il più possibile della loro conversazione in corso. Non appena le sue orecchie raccolserò le parole "... può portare munizioni di mortaio ...", guardò verso i prigionieri e scosse la testa, dissipando all'istante le loro paure.

La 2a Compagnia, con Scout e i suoi uomini in testa come prima, iniziò a muoversi di nuovo e continuò l'avanzata attraverso giardini e vigneti, attraverso campi e pascoli aperti. I bombardieri nemici apparvero improvvisamente nei cieli e ogni uomo si posizionò rapidamente vicino a una delle viti allineate con precisione militare. Rimanendo immobili, gli uomini sfuggirono al rilevamento e gli aerei procedettero a bombardare e mitragliare la sfortunata città che i tedeschi avevano appena lasciato.
Scomparsi gli aerei la colonna proseguì fino a quando la squadra di Scout non raggiunse una cascina a due piani abbastanza grande in cui entrarono e la perquisirono, scoprendo una grande quantità di deliziosi salami che penzolavano dal soffitto di una stanza al piano superiore. Questo fu un complemento molto apprezzato alle loro razioni. In quell'istante Scout notò che i suoi protetti neri americani stavano arrivando con il resto della 2a Compagnia.
Provava compassione per loro perché sembravano avere un momento difficile, trascinando ciascuno due contenitori con colpi di mortaio e, dato che probabilmente avevano anche fame, consegnò loro un salame ciascuno, ragionando che non si poteva dire quando qualcuno avrebbe pensato di dare da mangiare a questi colleghi.
Ripartendo di nuovo al termine di questa interruzione, la colonna, scendendo un ripido pendio, raggiunse un'ampia strada principale asfaltata e svoltò a sinistra verso un villaggio. Un cartello all'ingresso disse agli uomini che si trattava di Fornaci di Barga e la freccia su un altro cartello indicava che si stavano muovendo in direzione di Lucca. Lo Scout, con la sua squadra di punta completamente sparsa su entrambi i lati della strada, entrò con cautela nel villaggio. Ancora una volta la strada, così come i cortili e le case stesse, era disseminata di indumenti militari scartati, valigie semiaperte con il loro contenuto fuoriuscito e molti altri oggetti abbandobati in una fuga in preda al panico. Questo posto ovviamente era deserto e continuarono fino alla stazione ferroviaria dove l'ordine di fermarsi, emesso dal Comandante nelle retrovie e passato di bocca in bocca, raggiunse la squadra di Scout.

Il 4° Battaglione aveva raggiunto l'obiettivo assegnato e la 2a Compagnia si spostò metterlo in sicurezza. Le truppe si sistemarono e iniziarono a cercare le loro razioni in scatola dagli zaini. Invece delle solite lattine contenenti cavoli e tracce di carne (Maiale? Manzo? Cavallo? Asino?), erano state distribuite barattoli contenenti una "delicatezza" di giovani spinaci, annata '42. Ma prima che avessero avuto la possibilità di assaporare questo "trattamento", grida gioiose scoppiarono da un palazzo di mattoni rossi situato in un prato a breve distanza, di fronte alla stazione. Evidentemente questo edificio era servito da deposito del reggimento e conteneva un'incredibile abbondanza di razioni K, una grande varietà di carne in scatola, carne per colazione, carne di manzo salata, migliaia di sigarette di ogni marca immaginabile e molte altre prelibatezze. Ospitava una discarica di armi contenente, con sorpresa di tutti, le nuovissime mitragliatrici tedesche modello '42.
Era come fosse di nuovo Natale, con questi giovani uomini che si meravigliavano del cibo che non avevano mai assaggiato o visto prima, cercando di raccogliere e trasportare il più possibile e girovagavano come bambini incapaci di cogliere l'imprevista generosità di Babbo Natale. Uno nella folla aveva deciso di raccogliere tutta la cioccolata che riusciva a trovare, un altro solo sigarette, mentre un altro si rivelò essere un collezionista di armi.
Con quattro o cinque pistole e revolver che penzolano dalla sua cintura e brandendo con orgoglio una mitragliatrice dall'aspetto strano, probabilmente stava già iniziando a dubitare che sarebbe stato in grado di trascinare i suoi trofei sulla strada di casa.

Quando la luce del giorno iniziò a svanire, cominciò la ritirata. Ogni zaino ora pesava tra i 59 e 63 chilogrammi e ogni tasca era piena con i regali di Natale americani, mentre gli spinaci in scatola annata '42 erano stati lasciati alle spalle, ordinatamente allineati sui davanzali delle case. Gli uomini iniziarono a gemere e lamentarsi nel momento in cui sollevarono i loro zaini per la lunga camminata di ritorno alle loro linee.
Anche Cesare apparve di nuovo, e ordinò allo Scout di rimanere nel villaggio per un'altra ora e fornire copertura con i suoi uomini alle truppe in partenza . Mentre una sentinella stava presidiando la mitragliatrice leggera nel cortile anteriore, i membri della squadra, otto giovani soldati di età compresa tra i 17 e i 20 anni, sedevano sui loro zaini in una casa di fronte alla stazione dove era appena acceso un fuoco fumoso. Tutto tace, tranne alcuni colpi sparati alla loro sinistra su una cresta appena visibile nell'oscurità e il crepitio occasionale del fuoco alla stazione.
Fumando silenziosamente sigarette americane o sgranocchiando barrette di cioccolato, gli uomini aspettarono che passasse l'ora, ma sembrava che ci volesse un'eternità. Il silenzio della notte fu interrotto dai deboli suoni dei veicoli che si avvicinavano da lontano. Man mano che i rumori si facevano più vicini e più forti, i giovani ragazzi iniziarono a pensare ai carri armati e a come, da soldati stolti, gestirli. Solo lo Scout e il mitragliaere si erano già trovati in una situazione del genere e le singole armi anti carro non erano disponibili qui.
I soldati divennero sempre più nervosi man mano che l'origine del fuoco aumentava alla loro sinistra e furono in grado di distinguere il minaccioso sferragliare dei cingoli dei carri armati sui suoni dei veicoli in avvicinamento - Uno degli uomini, incapace di resistere più a lungo, finalmente si rivolse allo Scout : "Ehi, per quanto tempo ci farai aspettare qui? Perché non possiamo sgombrare ora? Nessuno scoprirà che siamo partiti prima che l'ora sia scaduta!" Ma il suo superiore rimase in silenzio e si unì al suo mitragliere all'esterno. Controllando il suo orologio, tentava di stimare prudentementequanto tempo avrebbe potuto mantenere il suo compito in quel punto senza correre pericoli. Era agitato e con i suoi pensieri che andavano alla deriva al passato, rientrò nell'edificio, dove incontrò un crescente clamore "per uscire di qui, ora". Alla fine si rivolse ai suoi uomini: "Vi ho mai messo nei guai da quando ho assunto questa squadra? Lasciate che vi dica una cosa: io e il mio migliore amico eravamo in una situazione simile esattamentequasi due anni fa nel Caucaso e i nostri compagni hanno fatto grandi promesse di non dirlo a nessuno ma, quando le carte furono in tavola, non hanno rispettato il patto e abbiamo quasi perso la vita. Non voglio più sentire, resteremo come ordinato. E questo è tutto! ".
Lo Scout si rese conto, naturalmente, che con la sua decisione si era ormai guadagnato la reputazione di essere un soldato ottuso e dal naso duro o un folle fanatico nazista. Aveva, tuttavia, imparato dall'esperienza ed era profondamente consapevole che, anche se l'uniforme grigia era abbastanza comune, poteva anche nascondere un ex leader della Gioventù hitleriana o il rampollo di un funzionario nazista. Una sola parola avventata o un'azione mal concepita in presenza di un tale individuo potrebbe rivelarsi fatale.
La situazione della squadra, nel frattempo, si era fatta più precaria, poiché i carri armati americani si stavano avvicinando pericolosamente. Lo Scout, inutile dirlo, non aveva alcuna intenzione di opporre i suoi compagni a una divisione nemica in avvicinamento. Il suo orologio gli diceva che mancavano solo pochi minuti allo scadere del tempo. Il loro vantaggio, e lui ci aveva sempre contato, era l'oscurità come l'inchiostro scuro della notte.
Quando i loro avversari della Buffalo Divisionraggiunsero il quartier generale del reggimento, nella villa di mattoni rossi a soli 50 metri di distanza, era trascorsa un'ora e fece cenno ai suoi uomini di mettere in spalla i loro zaini e di andarsene in silenzio. Dato che i loro pesanti stivali avrebbero fatto troppo rumore sul marciapiede, in precedenza aveva preso la precauzione di ordinare loro di camminare solo sul ciglio erboso della strada. Nonostante portassero quasi il doppio del loro carico abituale, i ragazzi corsero avanti come se cercassero di attraversare i binari davanti a un treno espresso in corsa e, anche se era buio pesto, lo Scout li ricondusse infallibilmente sullo stesso sentiero che aveva portati da Barga.
Ma lo sforzo degli zaini pesanti apparentemente aumentava ad ogni passo verso la sicurezza e, sapendo che le sue incitazioni non sarebbero state in grado di durare molto più a lungo, ordinò di fermarsi una volta raggiunto il fondo del ripido pendio sotto la "Fabbrica di salumi".
Là, in piedi nella pallida luce della luna, si rivolse loro dopo una pausa pensierosa: "Quello che sto per dirvi non deve mai essere discusso, né tra di voi, né con nessun altro. È chiaro?" E scrutando deliberatamente ogni individuo, ripeté con enfasi: "Non con nessuno, nemmeno con il tuo migliore amico. È assolutamente chiaro?"  I giovani si guardarono l'un l'altro come se un solenne incantesimo fosse stato lanciato su di loro, mentre lo Scout proseguiva: "I nostri zaini sono troppo pesanti per continuare ad avanzare.
Le nostre cassette di munizioni sono riempite per lo più con bossoli in acciaio che, come ben sapete, si arrugginiscono e continuano a inceppare le mitragliatrici. Voglio che voi conserviate solo un nastro in ogni scatola e gettiate il resto in questo burrone. Questo alleggerirà ogni scatola di circa 10 chilogrammi e vi darà un po' più di spazio per il vostro bottino". Ai compagni non fu necessario dirlo due volte e lanciarono con entusiasmo le odiate munizioni d'acciaio e ridistribuito i loro carichi.

Continuando la ritirata, superarono il precipizio sotto Barga. Il suo fondo era ricoperto da una fitta macchia, e i membri della squadra rallentarono esitando e alla fine si fermarono, pensando silenziosamente all'unico americano nero che si era messo così audacemente in salvo. E se si fosse fatto male, dopotutto, e ora fosse impotente laggiù? Qualcuno dovrebbe aiutarlo, somministrare il primo soccorso, applicare una benda o altro. Non fare nulla, pur sapendo che stava soffrendo, sarebbe stato decisamente brutto. Ascoltarono attentamente per un po' e, non riuscendo a sentire nulla, continuarono finché non raggiunsero finalmente la loro compagnia.
Dopo sole due ore di sonno, la squadra si svegliò e scoperse che la colonna era già pronta per spostarsi. Continuando la ritirata la colonna passò per Sornrnocolonna con la sua torre diroccata e numerosi neri americani morti. Cosa stavano pensando i soldati Buffalo catturati, se erano ancora da qualche parte qui tra i loro rapitori? Lo Scout non li vide mai più né seppe del loro destino.
La colonna continuò a muoversi finché non raggiunse di nuovo la strada principale dove gli uomini, senza aspettare un ordine, lasciarono cadere gli zaini e si sedettero per riposarsi. Erano esausti e riuscivano a malapena a continuare. Come al solito quando non volavano proiettili, Caesar apparve di nuovo, senza zaino pesante ovviamente, e urlò alle truppe: "Tornate immediatamente ai vostri zaini e scaricate tutto quel bottino. Dobbiamo raggiungere la nostra destinazione prima dell'alba per evitare di essere attaccati dagli aerei nemici". Nessuno degli uomini arruolati della Compagnia si mosse però e camminando furiosamente su e giù per la strada, disse:" Mi avete sentito! Ho detto "Immediatamente!. Ma riuscì solo a iniziare uno spettacolo tumultuoso con i soldati che gli imprecavano e urlavano contro: "Questo è disgustoso. Non lo accetteremo!" Anche i pochi sottufficiali rimasti della Compagnia, incluso George, il capo del 2° plotone, espressero obiezioni e si schierarono con gli uomini. In breve, tutti erano uniti nel rifiutare di obbedire all'ordine di Cesare.
Un 1° tenente comandante di un'altra compagnia vicina, apparve improvvisamente in mezzo a tutte le urla e la confusione chiedendo di sapere cosa stava succedendo. Alcuni compagni spiegarono le circostanze e, dopo una breve pausa di riflessione, chiese chi avesse guidato la squadra di punta durante l'avanzata e la retroguardia durante il ritiro.
Tutti sapevano, naturalmente, che era stato lo Scout e poiché la sua squadra era ancora in coda alla colonna, fu chiamato. Quando fece rapporto l'ufficiale, con stupore di tutti, lo mise al comando della Compagnia. Lo stesso Scout era senza parole perché George, in quanto sergente di prima classe, e gli altri sergenti lo superavano nettamente e uno di loro sarebbe stato un candidato più logico.
Ma che scelta aveva un umile caporale di prima classe che in un istante era stato posto al comando della 2a compagnia?
Dopo il breve ordine "prendi gli zaini e vai via" lui e la sua squadra presero l'iniziativa per raggiungere l'obiettivo dell'Unità prima dell'alba. Il resto dei soldati arrancava soddisfatto sotto i loro carichi pesanti e, pensando che gli uomini davanti fossero ugualmente appesantiti, tutte le lagnanze erano cessate. Naturalmente non sapevano che la 1a Squadra, i cui membri sorridevano consapevolmente nell'oscurità, aveva abbandonato la maggior parte delle munizioni in acciaio e viaggiava molto più leggera.

Risultò poi che l'operazione sopra descritta fu l'ultima grande offensiva tedesca di successo in Italia. È stata guidata dalla 2a Compagnia, 4° Battaglione da alta montagna che subì 20 morti e 4 ufficiali e poco più di 100 uomini feriti.
Né gli uomini della 10a Divisione da Montagna né i membri del 4° Battaglione da alta montagna si resero probabilmenteconto che quando gli elementi avanzati dell'86° Reggimento raggiunsero Pisa e
Lucca alle 15:00 il 27 dicembre la 2a Compagnia, il 4° Battaglione da alta montagna con lo Scout e i suoi uomini al comando entrò alle Fornaci di Barga, distante solo 25 miglia.

Durante una ricognizione in forze,condotta il 9 gennaio 1945 da un plotone rinforzato del 4° Battaglione da alta montagna nel settore tenuto dalla 232a divisione di fanteria tedesca nella Valle del Reno, un compagno caduto dovette essere lasciato indietro dopo una scaramuccia con le truppe brasiliane (8a compagnia del 16 ° Reggimento di Fanteria, BEF).

Dopo un breve periodo di riposo, all'inizio di febbraio le Compagnie del 4° Battaglione da alta montagna vennero rischierate. La 1a compagnia fu assegnata per assicurare la retroguardia contro i partigiani italiani; la 2a Compagnia si spostò nelle principali postazioni difensive sul Passo dell'Abetone, Alpe tre Potenze (altitudine 1940 mt. slm) e Monte Rondinaio (1945 mt. slm), mentre la 3a Compagnia fu schierata sul Passo Radici e a nord di San Pellegrino per la messa in sicurezza dei perimetri occidentali e nord-occidentali. La 4a compagnia venne detenuta di riserva, la 5a Compagnia nonché la Compagnia HQ (Quartier Generale) e le unità di supporto erano localizzate in zona Pievepelago - S. Anna Pelago - Fiumalbo - Riolunato.
La batteria di obici sommeggiati del 4° Battaglione da alta montagna ritornò nelle postazioni del Passo dell'Abetone che nel frattempo era stata occupata da italiani, i quali avevano abbandonato precedentemente i cannoni di due batterie. Fornire artiglieri per questi pezzi appena acquisiti lasciò inizialmente gli artiglieri tedeschi a corto di mani.
I soldati tedeschi da montagna che in precedenza avevano costruito e occupato postazioni in questo settore per un mese intero conoscevano bene le colline e le valli intorno al Passo dell'Abetone, compreso il Monte. la Serra (dove la 2a Compagnia aveva occupato posizioni avanzate), Pianosinatico, San Marcello, Cutigliano, ecc.
La lealtà delle truppe italiane ancora schierate con i tedeschi era però dubbia, con numerosi disertori che fornirono al nemico informazioni vitali.
in mezzo agli italiani c'era anche un solitario ufficiale tedesco del plotone di osservazione e controllo del fuoco degli obici da campo sulle pendici meridionali delle alture a est del Passo dell'Abetone.

Le missioni di ricognizione erano numerose, con le squadre che si scambiavano a giorni alterni. Lo Scout e i suoi uomini avevano trovato rifugio nel seminterrato di un albergo sul Passo dell'Abetone dove si trasferivano ogni volta che era il loro turno. Partendo sempre alle prime luci dell'alba, dovevano prima passare attraverso un campo minato innevato di fronte alle principali posizioni difensive.
La neve, sebbene profonda quasi un metro e mezzo, era battuta dal vento e piuttosto compatta e il terreno boscoso offriva una buona copertura. Invece di seguire la strada del Passo in direzione Pianosinatico, si spostarono lungo il crinale in direzione del Monte La Serra ma ben presto svoltarono e discesero nella Valle del Sestaione che era terra di nessuno.
Nascosto alla vista del nemico da cespugli sparsi, il gruppo attraversò il fondovalle e risalì circa a metà delle pendici del Monte dell'Uccelliera prima di svoltare verso Monte Caligi. Il sole nel frattempo era sorto e ai piedi delle pendici sotto il Monte La Serra, alcune case a Ponte al Sestaionedivennero visibili.

Secondo l'opinione di questi uomini, le montagne circostanti erano qualificavano solo come "colline boscose". Le "montagne" cominciavano sopra i 1980 mt. Ma a volte anche le "colline" possono sembrare piuttosto faticose. Lo Scout scrutò il terreno con un binocolo e disegnò una mappa su cui segnava fosse di mortai nemici, postazioni di mitragliatrici, buche, posizioni di sentinella e simili. Un edificio solitario, 100 metri davanti a loro, in terra di nessuno e fino a quel momento non occupato dal nemico, doveva essere esaminato attentamente prima che fosse il momento di ritirarsi di nuovo. Questa volta c'erano alcuni ragazzi sdraiati sulle coperte, senza maglietta che si godevano il sole mentre altri due stavano chiacchierando nelle vicinanze. I caschi visibili sulle pile sparse della loro attrezzatura non erano della varietà a disco che lo Scout aveva notato durante gli incontri con le truppe britanniche a novembre. Erano rotondi! Quelli erano americani! Dopo aver osservato per un po i loro avversari, lo Scout e le sue truppe scivolarono via silenziosamente. Aveva stabilito come regola per queste missioni che non si fumasse, non si parlasse o ci si muovesse avventatamente e improvvisamente perchè avrebbe attirato la curiosità del nemico. Gli ordini venivano impartiti con segnali manuali e comunicati con un semplice linguaggio dei segni.
Ancora nella terra di nessuno e sulla via del ritorno alle proprie linee, sentirono improvvisamente delle voci che si avvicinavano e presero posizione in un mucchio di cespugli dietro un cumulo di neve, con le armi pronte, guardando e aspettando fino a quando un gruppo di uomini in uniformi americane apparve a non più di 30 metri di distanza, apparentemente un'ignara squadra di ricognizione sulla via del ritorno. Se fossero stati improvvisamente avvertiti dalla presenza del nemico a causa di un rumore sospetto o da qualche sfortunata coincidenza, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto. Ma rimasero all'oscuro della presenza dei tedeschi e lo Scout continuò a ritirarsi senza intraprendere alcuna azione.
Questo fu quindi il primo incontro tra lo Scout e la sua squadra, che rappresentava il 4° battaglione tedesco di alta montagna, e membri dell'86° reggimento della 10a divisione da montagna degli Stati Uniti, e non sarebbe stato l'unico.

In un'altra occasione, quando lo Scout e i suoi uomini erano di nuovo di pattuglia nella stessa area, ma questa volta più in alto e appena sotto la cresta che corre dal Monte dell'Uccelliera al Monte Caligi, individuò un cavo nero nella neve davanti a lui che si estendeva dal crinale soprastante dritto verso valle.
Facendo cenno ai suoi uomini di mettersi al riparo, usò il temperino preso in precedenza dal sottufficiale nero della Buffalo Division a Barga, togliò il filo in due punti e intascò una sezione lunga diversi metri. Con il compito completato lo Scout si guardò intorno e notò un americano, di nuovo a soli 30 metri di distanza, che scrutava la terra di nessuno con il binocolo incollato agli occhi e totalmente ignaro del nemico proprio sotto il suo naso. Se avesse abbassato il binocolo e dato un'altra occhiata in giro prima di mettersi di nuovo al riparo, avrebbe individuato i tedeschi nelle vicinanze. Ma non lo fece, e continuarono verso il Monte Caligi e le retrovie delle linee americane di cui lo Scout segnò nuovamente le posizioni del nemico schizzandole su un piccolo foglio pulito.
Sulla via del ritorno alle proprie linee si imbatterono in numerosi volantini di propaganda nemica. Ai tedeschi era severamente vietato raccogliere questa letteratura e poiché c'era un costante ricambio di personale con nuove facce giovani assegnate alla sua squadra, lo Scout non sapeva mai se aveva a che fare con un rampollo nazista o della gioventù hitleriana, tutti beniamini della Compagnia.
Per soddisfare la propria curiosità e allo stesso tempo stare sul sicuro, raccolse diversi volantini, annunciando che sarebbero tornati utili perché aveva delle necessità corporali. Dirigendo i suoi uomini in modo da disperdersi e rimanendo bassi, scomparve dietro alcuni cespugli per studiare le "ultime notizie" dall'altra parte. "Stelle e strisce", diceva in alto, e se tutto quello che leggeva era vero, la guerra doveva finire presto. Ma poi sospettò nuovamente che gli alleati mentissero spudoratamente come i nazisti. Che dire del "Piano Morgenthau" e del bombardamento di Dresda di cui aveva sentito parlare di recente, così come di molte altre voci? Eppure, anche se solo la metà delle informazioni raccolte da questi volantini fosse stata veritiera doveva finire presto.
Se solo avesse saputo a chi credere. Pensieroso, radunò la sua squadra e li condusse in sicurezza alle loro linee, dove fece rapporto al comandante e gli porse la mappa che aveva disegnato, così come il tratto di cavo telefonico arrotolato ordinatamente. Non era proprio sicuro del motivo per cui aveva riportato indietro una dozzina di piedi del cavo telefonico dell'ufficiale di campo della 10a Divisione da Montagna. Forse solo per dimostrare al Capitano che era migliorato tanto, o ancora di più, per la sua formazione di boy scout così come altri giovani tedeschi avevano imparato mentre erano con la Gioventù hitleriana.

Uscirono di nuovo pochi giorni dopo e si imbatterono nelle tracce lasciate nella neve da precedenti gruppi di ricognizione tedeschi tra cui quelle lasciate dal suo compagno George e dalla sua squadra. Anche lui era un vecchio soldato che aveva combattuto nel Caucaso ed erano amici. Le tracce di George conducevano a una fitta boscaglia nella terra di nessuno dove, come si è scoperto, lui ei suoi uomini avevano trascorso l'intera giornata riposando e almanacando su ogni sorta di informazioni importanti che avrebbero riportato dopo essere ritornati la sera. Lo Scout si limitò a sorridere senza commentare ciò che aveva scoperto. George aveva 15 anni più di lui ed era, in un certo senso, il "Nonno" della Compagnia. Non era mai stato un seguace di Hitler ed era forse meglio descritto come "uno spettatore che si è trovato improvvisamente spinto sul carro senza possibilità di scendere nuovamente".
Queste escursioni di esplorazione nel territorio controllato dal nemico duravano solitamente dalle 14 alle 18 ore.

Alcuni cascinali deserti si trovavano nella Valle del Sestaione sotto il Monte La Serra e mentre tornavano da una delle loro missioni clandestine dietro le linee della 10a Divisione da Montagna lo Scout e le sue truppe entrarono con cautela in uno degli edifici attraverso la porta sul retro. Aveva notato impronte nella neve e aveva deciso di indagare.
Potrebbe essere che l'agricoltore italiano fosse tornato a controllare la sua proprietà? Se non altro c'era sempre la possibilità di trovare del cibo che sarebbe stato il benvenuto.
Attraversarono silenziosamente la stalla e aprirono la porta del soggiorno, fermandosi all'istante senza emettere alcun suono. Il fumo di sigaretta si alzava verso il soffitto e si sentivano uomini che parlavano in inglese mentre uscivano di casa dalla porta principale. Uno sguardo dal finestrino rivelò una squadra americana in partenza in direzione di Ponte al Sestaione / Cutigliano.

Lo Scout venne sfidato da una sentinella italiana mentre si avvicinavano di nuovo al Passo dell'Abetone. "Parola?" chiese, puntando contro di loro la sua arma automatica. Non conoscevano la parola d'ordine perché non era stata data loro prima di uscire. Colto di sorpresa ed esitando brevemente, lo Scout rispose: "Camerata. Non sparare. Mi avvicino da solo" e si rivolse alla sua squadra: "Tenetelo d'occhio! Se fa una mossa sbagliata, colpisci la terra e fallo saltare continuamente! " Allo stesso tempo e senza che la sentinella se ne accorgesse rilasciò la sicura sulla sua pistola mitragliatrice. Dopo essersi trovato faccia a faccia con l'italiano deviò con calma la pistola dell'uomo e fece cenno ai suoi soldati di salire. Era tutto finito.

Una volta tornato al loro rifugio, lo Scout incontrò uno degli ufficiali di campo dell'artiglieria che doveva fare il suo solitario lavoro tra le truppe italiane "leali". Confermò che le diserzioni erano comuni e ovviamente fornivano al nemico informazioni vitali. Gli italiani occupavano anche posizioni avanzate sul monte La Serra e sapevano che le attività di ricognizione tedesca nella terra di nessuno proseguivano anche di notte, rendendo la diserzione piuttosto rischiosa a causa delle gravi conseguenze se venivano colti sul fatto.
L'ufficiale sul campo era molto interessato a confrontare i risultati delle sue osservazioni con le scoperte che lo Scout aveva riportato negli schizzi sulla sua mappa. Essendosi trovati dietro le linee nemiche, avevano rilevato cose che l'ufficiale non era in grado di vedere dalla sua posizione.
Durante queste settimanele Compagnie sottodimensionate del 4° battaglione tedesco di alta montagna si trovarono faccia a faccia con elementi di tutti e tre i reggimenti di fanteria della 10a divisione da montagna, con la 2a compagnia principalmentecoinvolta a causa della profonda conoscenza del terreno che avevano acquisito durante il precedente dislocamento.

Mentre lo spirito combattivo dei soldati americani e la determinazione a vincere la guerra aumentavano di giorno in giorno, spinti dalle notizie di campagne di successo in tutti i teatri, era esattamente l'opposto con le truppe tedesche. Praticamente tutto ciò che era rimasto per dare loro un vantaggio era l'esperienza di combattimento acquisita in anni di guerra ma anche questo vantaggio stava rapidamente scomparendo perché la maggior parte degli ufficiali esperti, sottufficiali e uomini erano morti, feriti o vittime dei carnefici di Hitler. I rimpiazzi in arrivo al plotone erano costituiti principalmente da giovani a cui era stato fatto il lavaggio del cervello nell'ideologia Ariana Nazista ma con un addestramento militare totalmente inadeguato.
La grande maggioranza dei combattenti tedeschi aveva da tempo smesso di sognare la "vittoria finale" e invece aveva adottato un atteggiamento di "amore-odio" nei confronti della guerra che li faceva continuare a combattere, motivati dal loro odio per Hitler che, come scopersero in seguito, li aveva ingannati e delusi, e dalla loro rabbia per il bombardamento alleato della Patria, per l'inutilità del sacrificio che avevano volontariamente fatto anno dopo anno e per l'insensatezza della guerra. Erano irritati dall'arroganza degli scribacchini del Partito e dal loro comportamento oppressivo nei territori occupati, dalla pratica di avere informatori della Gestapo anche tra le truppe in prima linea e dall'uso della "carcerazione di parentela" per scoraggiare o punire l'opposizione.
L' "umile" e decorato caporale (era stato premiato con la Croce di Ferro di 1a classe), soldato in prima linea della prima guerra mondiale aveva mai visitato le truppe nelle trincee della seconda guerra mondiale? Per gli alleati, tuttavia, questa ostinata determinazione dei loro avversari era un'indicazione di fanatismo caparbio e lealtà a Hitler. Mentre può essere vero che i figli di alcuni di loro, a partire dall'età di 10 anni, avevano imparato più dei loro anziani sul trattamento degli ebrei, va sottolineato che il soldato combattente tedesco di solito aveva abbastanza problemi di cui preoccuparsi ed evitava ansiosamente di essere coinvolto in "quelle faccende di Partito". Dovevano sempre stare attenti a guardare dove camminavano, perché una sola parola imprudente poteva portare alla reclusione in un campo di concentramento, all'assegnazione a un battaglione penale o, se si trattava di un'infrazione meno grave, all'essere destinati alla prossima missione suicida. Va sottolineato qui che sono disponibili ampie prove a sostegno delle opinioni e delle accuse dell'autore.

Morte sul Monte Serrasiccia
18 febbraio 1945.
Furono ricevuto ordini per il ripiegamento della 2a Compagnia del 4° battaglione tedesco di alta montagna dalle posizioni sul Passo dell'Abetone verso la frazione Dogana dove ebbero la possibilità di far aggiustare gli stivali dal calzolaio della Compagnia mentre si davano da fare per rattoppare i loro vestiti. I loro calzini, in particolare, richiedevano una grande abilità con ago e filo poiché quelli nuovi erano difficili da trovare. Dato che era una giornata stupenda tutti hanno cercato di trovare anche il tempo di fare il bucato. E finalmente c'era anche tempo per cercare compagni in altri plotoni, giocare a carte o semplicemente masticare il grasso.
Le dicerie abbondavano, ovviamente. "Qualcosa" è successo o stava per accadere da qualche parte lungo la linea del fronte da qualche parte nelle vicinanze. I soldati però non si preoccuparono per questo. C'era un posto dove non succedeva niente ?

19 febbraio 1945.
Fu una giornata simile alla precedente, salvo che venne effettuata un'ispezione di armi e munizioni. Ma questo non presentò problemi. lo Scout aveva sempre insistito sulla manutenzione meticolosa delle armi e le loro scatole di munizioni erano state riempite con cartucce di ottone lucido. Quando, dopo la missione contro la Buffalo Division, il sergente della sussistenza aveva messo in dubbio il loro insolito dispendio di munizioni per mitragliatrice, lo Scout aveva risposto con vanteria: "Non sapevi che siamo stati noi a guidare l'assalto a Barga? Abbiamo preso il peso dei combattimenti e abbiamo lasciato il rastrellamento ai ragazzi dietro di noi. Hanno sparato a malapena un colpo." L'uomo accettò prontamente la falsa spiegazione dello Scout ed espresse la sua ammirazione per gli uomini. Non sapeva che era stato ingannato.
Il mitragliere della squadra aveva sparato solo alcune brevi raffiche durante il contrattacco dei soldati Buffalo prima che il loro sbarramento di artiglieria si occupasse del resto.
Mentre Caesar conduceva l'ispezione delle armi nel tardo pomeriggio, allo Scout fu chiamato a rapporto dal comandante il quale, con il sergente maggiore della Compagnia al suo fianco, sembrava essere di umore amichevole ma con poco tempo a disposizione. Entrambi si congratularono con lui per aver ricevuto il Distintivo d'Assalto della Fanteria che il capitano appuntò personalmente sulla tunica del "fortunato" destinatario. Ricevette anche la citazione che elencava i cinque assalti a cui aveva partecipato.

Poi arrivò la cattiva notizia: doveva prendere in carico una squadra composta interamente da rimpiazzi inesperti che, e questa era una pillola amara da ingoiare, faceva parte del plotone di Cesare. Ciò significava ancora una volta dire addio ai compagni che aveva appena imparato a conoscere un po 'meglio. A loro volta furono riassegnati alla 1a compagnia. Lo Scout aveva notato da tempo che, per qualche motivo particolare, la sua squadra aveva un tasso eccezionalmente alto di rotazioni, trasferimenti e riassegnazioni del personale. Ogni volta che aveva plasmato la squadra in forma, con gli uomini che si trasformavano da estranei in amici, volti familiari scomparivano, per essere sostituiti da giovani sconosciuti. Dopo essere stato licenziato, andò a incontrare i suoi nuovi bambini che gli avevano affidato, tutti dei perfetti sconosciuti, ad eccezione di Hans, un vecchio amico e miglior tiratore scelto del battaglione.
Si stava avvicinando la sera quando la 2a compagnia fu avvisata di tenersi pronta a partire entro le 19:00. Gli americani avevano sfondato le linee tedesche su una montagna ed era imperativo respingerli di nuovo. Quale montagna? Il comandante, nella migliore delle ipotesi, aveva il privilegio di saperlo. Non c'era nemmeno il tempo di dare da mangiare alle truppe poiché anche i cuochi erano stati colti di sorpresa.
Il cielo era coperto e iniziò a fare buio quando arrivarono dei camion su cui gli uomini salirono immediatamente. Pertirono nella notte per una strada piena di buche, passando per villaggi oscurati e sconosciuti senza essere in grado di distinguere nessun segnale lungo la via. I conducenti mantennero una velocità vertiginosa, sballottando i compagni come in una betoniera fino a quando, dopo aver dovuto rallentare un po' in discesa, si fermarono. L'autista abbassò frettolosamente le sponde esortando le truppe a scendere il più velocemente possibile e senza accendere luci. Il villaggio era esposto al nemico e dovevano uscirne di nuovo in fretta. Non appena l'ultimo uomo fu saltato giù i camion corsero via e scomparvero nella notte come fantasmi.
I soldati raccolsero il loro equipaggiamento e si radunarono lungo il bordo della strada. Era buio pesto ed era iniziata una leggera pioggia. Lo Scout notò quello che sembrava essere un segnale stradale vicino a lui ed era ansioso di scoprire cosa diceva, per orientarsi. A causa dell'oscurità come l'inchiostro e delle nuvole basse che limitavano la visibilità per amici e nemici, si avvicinò e accese brevemente l'accendino. Metà del segno era sparito, l'altra tagliuzzata da schegge e riuscì a malapena a distinguere le prime tre lettere: "FAN ...." [Fanano]. La colonna iniziò a spostarsi, seguendo un sentiero in salita in mezzo a una fitta macchia. La pioggerella non li infastidiva, anzi era rinfrescante. Procedendo per alcune ore, raggiunsero un agglomerato di fabbricati agricoli e si fermarono. Era quasi mezzanotte, il 19 febbraio, e il nome della frazione [Casella] rimaneva un mistero. La Compagnia ebbe un'ora di riposo prima di lanciare il contrattacco contro un nemico di cui non sapevano nulla, su una montagna di cui non conoscevano neanche il nome [Serrasiccia]. Che differenza faceva? Per oltre un anno erano stati assegnati a 15 diverse divisioni per fungere da "Vigili del fuoco".
Gli uomini trovarono un fienile e si addormentarono in un attimo. Nessuno pensò di mangiare; quello poteva essere fatto uin un'altro momento, in movimento, e anche pensare alla battaglia imminente sarebbe stato improduttivo. Lo Scout non era diverso dagli altri; tutto quello che gli interessava era DORMIRE, RIPOSO. Ma non appena si fu messo a suo agio, Hermann, l'unico medico della Compagnia, apparve dall'oscurità. La sua casa era a Norimberga e aveva frequentato la facoltà di medicina prima di essere arruolato. Esattamente un anno prima aveva prestato allo Scout il libro L'Anti-Cristo di F. Nietzsche, uno dei fari dell'ideologia nazista. Ora voleva coinvolgerlo in una discussione filosofica sul tema "Mente e Anima". Sebbene non appartenessero alla stessa fede religiosa, i due erano ottimi amici. Ne seguì una vivace discussione, ma l'ora trascorse troppo in fretta. Si separarono pensierosi.

20 febbraio 1945.
E' 01:00, ha smesso di piovere e nel cielo si vedono poche stelle. La 2a compagnia, con una forza totale di 81 uomini, secondo un conteggio finale, è pronta ad avanzare con il 1° plotone di Cesare e la squadra di 6 uomini dello Scout in testa. Poco prima di uscire, la colonna incontrò un piccolo contingente al comando di un cordiale sergente.
Lo Scout non aveva mai visto uomini della loro età impegnati in un incarico di combattimento; tutti loro, tranne il capo della loro squadra, sembravano abbastanza grandi da essere i padri degli uomini della 2a Compagnia. Non è mai passato per la mente del Capitano, tuttavia, inviare questi anziani "uomini di pianura", membri del 1044esimo reggimento di fanteria, nelle retrovie ma ha invece ordinato loro di unirsi immediatamente alla sua unità. Si aspettava di avvicinarsi alla "Vittoria finale" aggiungendo alla sua unità questo gruppo di soldati in disordine e di cattivo umore? A parte la neve che scricchiolava sotto i loro stivali non si udiva alcun suono mentre la colonna procedeva finché una squadra di ricognizione, che era stata inviata in precedenza, non apparve dall'oscurità. Il suo capo era stato ferito al braccio destro e aveva molto dolore. Dopo aver fatto il suo rapporto e descritto lo scontro a fuoco con il nemico, i suoi uomini, con il permesso del comandante, lo scortarono nelle retrovie.
La Compagnia continuò ad avanzare sui pendii innevati; non furono sparati colpi e tutto rimase tranquillo e silenzioso, quasi come in un paese invernale delle fate. Continuando per un po 'di tempo la salita, giunsero ad una carrareccia che seguirono fino a raggiungere un ripido burrone innevato che si estendeva verso l'alto dal bordo destro del sentiero. Cesare a un certo punto ordinò allo Scout di portare i suoi uomini su questo burrone e attaccare immediatamente qialsiasi forza nemica che avesse incontrato durante la sua avanzata.
Nessuno si rendeva conto che sarebbero passati solo pochi minuti prima che i "Vecchi Conoscenti" si incontrassero nuovamente, questa volta da vicino e mortalmente, perché la Compagnia C dell'86°, comandanta del Capitano Worth McClure, li stava aspettando lassù. Era stato il 27 dicembre 1944 quando le due unità si trovarono vicine per la prima volta, a 25 miglia l'una all'altra, quando l'86 ° Reggimento di fanteria da montagna, 10a Divisione da montagna degli Stati Uniti, raggiunse Lucca, mentre con lo Scout in testa la 2a compagnia del 4° battaglione tedesco di alta montagna prendeva Fornaci di Barga.
La partita era destinata a essere piuttosto impari, con gli uomini della 10a Divisione da montagna degli Stati Uniti che avevano a disposizione quasi tutto ciò che la guerra moderna del 1944-1945 rendeva loro disponibile mentre al loro avversario, il 4° battaglione tedesco di alta montagna, mancava quasi tutto ciò che la dottrina militare americana riteneva essenziale per la conduzione di operazioni militari di successo.
I componenti dell'artiglieria erano rimasti indietro nel settore del Passo dell'Abetone e le comunicazioni erano scarse a causa della mancanza di adeguate apparecchiature radio. Non c'era copertura aerea o supporto corazzato e non furono fatti sforzi per portare avanti i mortai e le mitragliatrici pesanti di supporto della Compagnia. Sembrava quasi che la dirigenza del battaglione stesse immaginando che sarebbe stato possibile superare la determinazione degli uomini della 10a Divisione da montagna con poco più della reputazione del 4° Battaglione da alta montagna - a lungo più mito che fatto - come fosse un ottimo equipaggiamento. Il sodalizio dei combattenti, la determinazione a restare uniti, a stare attenti a vicenda e a portare a termine questa missione, non avevano più nulla a che fare con l'antica ansia di combattere. L'esperienza di combattimento contava sempre meno man mano che il numero di "mani esperte" continuava a diminuire. L'istinto di sopravvivenza iniziò a prevalere.

Comparazione dei combattimenti del 20 Febbraio 1945 sul Monte Serrasiccia confrontati tra il diario del Battaglione relativo alla compagnia C dell'86° Reggimento e il diario dello Scout relativo alla 2a Compagnia del 4° Battaglione tedesco da alta montagna

 

COMPARAZIONE DEGLI EVENTI DEL 20 FEBBRAIO SUL MONTE SERRASICCIA TRATTI DAL GIORNALE DEL I° BATTAGLIONE DELL'86° REGGIMENTO TMD ED IL DIARIO DELLO SCOUT DELLA 2a COMPAGNIA 4° BATTAGLIONE ALTA MONTAGNA TEDESCO
GIORNALE DEL BATTAGLIONE
I° Battaglione/86° Fanteria da montagna
DIARIO DELLO SCOUT
2a Compagnia/4° Battaglione alta montagna
Ora Ora
00:12 Rapporto negativo dalla Compagnia Charlie. 00:12 La compagnia riposa a Casella. Il medico H. Heller coinvolge lo Scout in una discussione su "Mente e Anima".
00:40 La squadra esploratori della Compagnia Charlie ritorna senza prigionieri e senza perdite. 01:00 La 2a Compagnia è pronta a partire, forza effettiva: 81 uomini. La compagnia se ne va.
02:45 Tutto tranquillo nell'area della Compagnia Charlie. Possono udire suoni di armi automatiche nell'area di Pizzo di Campiano. 01:40 Ritorna il gruppo dello Scout che aveva avuto uno scontro a fuoco con il nemico. Il caposquadra, gravemente ferito al braccio destro, riceve il permesso di procedere nelle retrovie con i suoi uomini. Incontro di un contingente sperduto di uomini di 1044° Reggimento di fanteria. (232a Divisione di fanteria) guidato da un sergente e gli viene ordinato di procedere con la 2a Compagnia.
  03:35 Allo Scout viene ordinato di prendere l'iniziativa con i suoi uomini e di attaccare se avesse incontrato forze ostili.
04:15 Fuoco di due pistole mitragliatrici nell'area della Compagnia Charlie. La visibilità è buona. Gli uomini sono stati allertati. Il fuoco proviene dalla destra di Ridge X. Non è necessaria l'artiglieria. 04:15 Vengono superate posizioni avanzate della 10a Divisione da Montagna. Fuoco di mitragliatrice e granate da fucile vengono dirette alle postazioni principali del nemico. Un tiratore scelto nemico ben nascosto uccide 4 compagni in pochi minuti, tra loro
04:25 H. Heller, l'unico medico e il sergente del 1044°; gli sforzi per individuare ed eliminare il fuciliere invisibile sono interrotti da 
04:40 La compagnia Charlie riporta razzi illuminanti con paracadute sulla propria area. Li fanno fuori. Dog 7 sta controllando l'area per posizionare postazioni di mitragliatrici 04:40 un illuminante bianco con paracadute. Il nemico solitario è eliminato dal fuoco della pistola mitragliatrice. Lo Scout e 3 uomini avanzano verso una roccia proprio sotto la vetta del Monte Serrasiccia. Il nemico lancia diverse granate direttamente dall'alto ma esplodono senza conseguenze. Poiché nessun'altra truppa segue la loro avanzata lo Scout si butta avanti per 90 metri senza attendere ordini.
05:05 La compagnia Charlie riporta uno scontro a fuoco contro 2 pistole mitragliatrici.
.
05:05 La combinazione di circostanze avverse e i pasticci di Cesare hanno portato alla morte di uno degli uomini del 1044°.
05:20 A uno degli uomini dello Scout viene ordinato di aiutare nell'evacuazione delle vittime, lasciando solo le squadre di due mitragliatrici e il tiratore scelto.
05:28 La Compagnia Charlie richiede 3 raffiche di artiglieria sul fianco destro di Ridge X (455156). 05:25 Lo sbarramento nemico è inefficace poiché gli uomini trovano un'eccellente riparo nelle postazioni abbandonate del nemico. Solo lo Scout ha un attrezzo per trincerarsi, catturato al nemico. Un americano morto viene trovato in una delle postazioni. Quando viene trascinato fuori un'altro viene scoperto sotto il suo compagno ucciso. Viene fatto prigioniero e scortato nelle retrovie.
07:11 La Compagnia Charlie riporta 12 Krauts con una pistola mitragliatrice a 459158 e una mitragliatrice a 462158. 07:10 La compagnia è sparsa e occupa le posizioni americane conquistate ma sono in troppo pochi. Carenti di attrezzi per trincerarsi, devono usare i calci dei fucili per grattare nella neve buche poco profonde e inadeguate.
07:55 Rapporto via radio dal Punto di Operazioni di Monte Serrasiccia. 08:00 È una bella mattina di sole. La visibilità è ostacolata da una fitta vegetazione che rende difficile determinare l'esatta posizione delle linee se non nelle immediate vicinanze. Non c'è quasi alcun contatto visivo e il contatto vocale può avvenire al massimo tra 6 soldati.
08:08 Charlie Rear riferisce che una delle loro squadre si è probabilmente persa su Ridge X. 2 squadre sono state inviate per indagare.  
08:15 Charlie richiede alla Compagnia Baker una pattuglia a Ridge X.  
08:18 Il Comandante dice alla compagnia Charlie che dovrebbero prendersi cura di se stessi.  
08:35 Il tenente colonnello Hampton emette un ordine di attacco alle compagnie Able e Charlie.  08:36  Sotto la posizione dello Scout, il capo plotone Caesar si precipita, attraverso un grande campo coperto di neve, verso una fossa nemica abbandonata. Non si sa se, e se sì dove, ci siano unità amiche a sinistra e a destra della 2a Compagnia. La zona rimane relativamente silenziosa, risuonano solo pochi colpi e nessun ordine viene dato o ricevuto.
09:00: Dog 6 richiede più munizioni per le sue armi. 09:00 Il fuoco nemico in arrivo aumenta di intensità. Sembra che conoscano la posizione di ogni posizione di fuoco e usano munizioni esplosive per le loro mitragliatrici pesanti. Stiamo cominciando a ricevere il fuoco dal fianco sinistro e da dietro.
09:30 Il Punto Operazioni di Serrasiccia riferisce di non aver visto traffico nemico sulle strade di Fanano e Sestola e nessun'altra attività nemica nella valle. I nemici sono ancora segnalati su Ridge X. 09:30 Il mitragliere riferisce che alcuni americani sono riusciti ad arrivare fino a 2 metri dalla sua postazione ben mimetizzata. I nemici vengono respinti da diversi colpi di mitragliatrice.
00:32  I 105mm stanno sparando per la compagnia Charlie.  
09:55 La compagnia Charlie richiede un fuoco a bassa intensità di 105mm su Ridge X.  
09:58 Red 2 segnala che ora non vede alcun nemico sul crinale principale tra le compagnie Able e Charlie.  
10:00 La compagnia Baker riferisce di non essere in grado di aiutare la Compagnia Charlie con i fucilieri ma può inviare fuoco di mortaio.  
10:01 La Compagnia Charlie richiede fuoco di mortaio a 465159.  
10:08 Anche l'artiglieria esegue una missione di fuoco su Ridge X. 10:15 Gli aerei nemici appaiono sopra le nostre posizioni.
Alcuni colpi di artiglieria nemici in arrivo non fanno alcun danno. Le nostre posizioni sono sotto il fuoco pesante delle mitragliatrici americane. Walter H. riferisce che una granata di fucile ha colpito una scatola di munizioni per MG ma non è esplosa.
  10:20 Walter H. riferisce che Hubert nella fossa accanto a lui è stato ucciso.
  10:23 Ancora Walter H.: un proiettile ha colpito una delle giberne porta cartucce di Siegfried, le cartucce esplose gli hanno aperto l'addome.
  10:45 Cesare, con le mani in alto, cerca di disertare arrendendosi al nemico. Viene colpito a morte, apparentemente da dietro.
  10:47 Il Comandante viene colpito alla testa e ucciso.
  11:00 Un assalto nemico viene respinto dalla mitragliatrice e dal tiratore scelto. Un assistente mitragliere viene ucciso da un proiettile alla testa.
  11:12 Un mitragliere ferito al braccio; richiede l'autorizzazione al ritiro. Il permesso viene concesso, ma il mitragliere ferito, nella sua corsa verso la salvezza, prende via la sua arma.
11:30 Dalla compagnia Charlie via radio: "Impossibile prendere Ridge X con un plotone. Richiesta di permesso per attaccare con 2 plotoni affiancati".  
11:31 Permesso accordato.
La mitragliatrice spazza la cresta di Ridge X a 46121710.
 
  11:32 Arrivano 14 uomini con zaini pieni. Il sergente George, leader del 2° plotone, appare presso la postazione dello Scout portando anche lui uno zaino pieno. Gli hanno sparato ai reni e sa che non ce la farà. Ringrazia lo Scout per la sua amicizia duratura e scompare attraverso il crinale.
  12:10 La 2a compagnia ha perso l'unico ufficiale e tutti i sottufficiali. Nessuno sa quanti uomini siano ancora vivi. Lo Scout e il tiratore scelto sono tutto ciò che resta della squadra. È arrabbiato per le pesanti perdite e spara furiosamente contro ogni avversario che riesce a individuare.
12:20 La Compagnia Charlie si è preparata e si è detta pronta a saltare con 2 plotoni contro Ridge X. Ha chiesto fuoco di mortaio da 81 mm alle 13:00. La Compagnia Baker ha detto che potevano dare fuoco di mortaio da 60 mm. La Compagnia Charlie ha chiesto munizioni da mortaio da 60 e 81 mm.  
  12:30 Le posizioni tedesche sono spianate dal fuoco delle mitragliatrici e martellate dall'artiglieria.
13:10 La Compagnia Charlie inizia l'attacco e chiede alla Compagnia Baker di allungare il fuoco dei suoi mortai. 13:10 Il tiratore scelto, portando il suo zaino pieno, appare vicino alla posizione dello Scout e riferisce che gli americani stanno sciamando verso le linee tedesche "come formiche". Poiché la resistenza sembra inutile, viene presa la decisione di ritirarsi sul bordo del crinale. La distanza è di 70 metri; non c'è copertura e la neve è alta fino al ginocchio. Mantenendo ampi intervalli, il tiratore scelto scatta per primo.
13:15 Remount 1 ha chiamato per confermare il rapporto sulla morte del tenente McGowan con una pattuglia della Compagnia Charlie. 13:14 Lo Scout lascia la sua postazione di fuoco con altri 4 uomini che seguono a intervalli attraverso il pendio innevato sfidando il deprimente pesante fuoco di mitragliatrice dalla direzione di Cappel Buso. Il fuoco di mortaio nemico in arrivo è inefficace e la trincea di Caesar è vuota. (Nota: Scout non sapeva ancora che Cesare era stato ucciso qualche tempo prima. Inoltre era ignaro dell'ordine di Hitler di non cedere di un centimetro.) Il tiratore scelto è già scomparso quando Scout raggiunge il bordo di Ridge X. Dopo pochi istanti un proiettile di una mitragliatrice pesante esplode senza conseguenze nel suo zaino. Si ferma e, voltandosi indietro, si accorge che i pochi
13:20 Charlie Company riferisce che stanno raggiungendo il loro obiettivo e si stanno riorganizzando. 13:20 i compagni che cercano di seguirlo attraverso la neve profonda sono condannati a meno che non si arrendano immediatamente. Nessuno di loro era stato membro della sua squadra ma i giovani si rivolgono a lui per avere una guida non rendendosi conto che gli attaccanti sono proprio dietro di loro. Poteva scappare gettandosi oltre il bordo della cresta ma questo avrebbe significato la morte istantanea per gli altri 4 compagni.
. 13:30 Per salvare le loro vite, li invita a mollare tutto e ad arrendersi. A causa di un difetto di chiusura della tracolla non riesce a gettare lo zaino e quindi deve riconsegnare con rammarico ai legittimi proprietari tutto il bottino raccolto alle Fornaci di Barga.
14:10 La Compagnia Charlie dice via radio che il nodo su Ridge X a 465170 è stato catturato e presi diversi prigionieri. La lotta continua.  

 

RAPPORTO DI COMBATTIMENTO DELLO SCONTRO SUL MONTE BELVEDEREDELLA 1a Compagnia / 4° BATTAGLIONE DA ALTA MONTAGNA CON L'85° REGGIMENTO. 20/21 FEBBRAIO, 1945.

20 febbraio 1945
17:30 Il battaglione ha subito pesanti perdite e si stà raggruppando. Nuove postazioni vengono scavate in fretta e una squadra di ricognizione americana che interrompeva queste attività viene neutralizzata durante una breve scaramuccia.
La 1a Compagnia viene inviata in un altro settore più lontano verso est per riprendere le posizioni perse sul Monte Belvedere a causa del nemico . Con l'ufficiale comandante della unità di fanteria schierata in quel settore, il comandante del 4° Battaglione da alta montagna dirige la 1a Compagnia: i nostri ordini sono di riprendere Monte Belvedere che controlla la strada per Bologna. Due altre compagnie di fanteria saranno sotto il tuo comando. Monte Belvedere è tenuto da elementi del 10a Divisione da montagna americana".

19:30 La compagnia si trasferisce nella linea di partenza e invia gruppi di scout nella terra di nessuno.

21 febbraio 1945
04:00 La Compagnia si sposta su un terreno difficile e, dopo aver attraversato il canalone dove "temporaneamente" prendono posizione le altre 2 compagnie di fanteria, inizia a salire un ripido pendio. Le posizioni nemiche vengono raggiunte all'alba e immediatamente superate. Gli aspri combattimenti si protraggono fino a mezzogiorno con il Pizzo di Campiano che resta saldamente sotto il controllo della 1a Compagnia il cui comandante, il capitano Hertlein, ha inviato una staffetta con l'ordine per le due compagnie di risalire
a sostegno degli sforzi della 1a compagnia. Nonostante le ripetute sollecitazioni, comunque, entrambe le unità rimangono nella gola sottostante ed evitano il combattimento. A corto di munizioni e dopo l'uccisione di 12 uomini e numerosi feriti, la mancanza di supporto non lascia altra scelta al comandante che ordinare ai suoi uomini di ritirarsi.

15:00 Lui e il capo della squadra del Posto di Comando guadagnano le retrovie, e mentre si preparano a lasciare il crinale, notano dei rinforzi nemici, supportati da armi pesanti, che si preparano a lanciare un contrattacco al quale la 1a Compagnia non sarebbe stata in grado di resistere.

18:00 Gli uomini della Compagnia stremati dalla battaglia, pieni di amarezza per la mancanza di appoggio da parte dei "compagni" di fanteria, tornano sui loro passi fino all'ingresso nord della gola aspettando l'oscurità prima di proseguire più a nord dove stabiliscono nuove posizioni difensive.

Secondo la storia di combattimento dell'85° fanteria da montagna, alla 1a Compagnia del 4° Battaglione da alta montagna si oppose la Compagnia G del III° Battaglione, 85° Reggimento.

Dopo essere stato sostituito il 23 febbraio da unità di fanteria, il 4° Battaglione da alta montagna ritornò alle vecchie posizioni sul Passo dell'Abetone.

 

RAPPORTO DI COMBATTIMENTO DELLO SCONTRO DELLA 3a Compagnia / 4° BATTAGLIONE DA ALTA MONTAGNA CON L'87° REGGIMENTO.
25 FEBBRAIO e 24 MARZO
1945.

26 febbraio 1945
La Compagnia stabilì postazioni difensive sul Monte Spigolino ad est del Passo dell'Abetone, con postazioni che erano continuo potenziamento. Occasionali missioni di ricognizione fornivano informazioni essenziali sulla disposizione del nemico.

24 marzo 1945
Prima di questa data, ogni due o tre giorni venivano effettuati sondaggi sempre più vigorosi e più aggressivi da parte del nemico. Ciò accadde di nuovo durante la notte tra il 23 e il 24 marzo e il sergente Rapp, un capo plotone, descrisse l'azione come segue:
"I combattimenti sono scoppiati intorno a mezzanotte nel settore sinistro della linea di difesa della Compagnia. All'inizio alcuni colpi, seguiti da fuoco di mitragliatrice e granate esplosive. Il punto di forza del fianco sinistro riferì telefonicamente, alle 00:15 circa, che era in corso un assalto più consistente da parte di 2 plotoni nemici. I combattimenti divamparono di nuovo intorno alle 01:45 e gli ostili furono infine respinti da uno sbarramento di mortai".
Verso l'alba si udirono grida di aiuto provenienti dalla terra di nessuno:
Dopo alcue consultazioni venne inviato un gruppo di esploratori i quali trovarono prima 3 nemici morti vicino alle proprie linee, dove i loro compagni erano stati costretti ad abbandonarli a causa del pesante fuoco difensivo. Più tardi verso le 06:30 fu trovato un americano gravemente ferito che, indebolito dalla perdita di sangue, venne trasportato con attenzione alle linee tedesche.

Il comandante del battaglione, che era stato avvisato per telefono, ordinò che il prigioniero gravemente ferito doveva essere evacuato al Posto di Comando del battaglione attraverso la consueta tortuosa via dei rifornimento. Rapp, tuttavia, sottolineò che a causa delle cattive condizioni del ferito, gli addetti all'evacuazione erano già in viaggio utilizzando un percorso più breve, attraverso il territorio infestato dai partigiani.
Quando il comandante ha affermato che sarebbe stato lui stesso ritenuto personalmente responsabile se gli uomini fossero stati intercettati. dagli Irregolari, il Sergente ha sottolineato ancora una volta che il ferito non sarebbe mai arrivato vivo al Posto di Comando se fosse stato trasportato usando la lunga via di rifornimento, ghiacciata. Poiché era importante portare il primo americano prigioniero in questo settore al sicuro fino al quartier generale, l'ufficiale in comando inviò un contingente per incontrare e scortare gli uomini che evacuavano il ferito.

Il giorno dopo, il capitano Sch. comparve personalmente nella posizione del plotone lodando gli uomini per la riuscita azione notturna che aveva portato al primo prigioniero americano del settore. Il cioccolato e i "rinfreschi liquidi" che distribuì furono molto apprezzati dai soldati. Sebbene fosse difficile ottenere informazioni utili dall'americano indebolito, alcuni indizi supportarono l'ipotesi che
era un membro dell'87° Reggimento fanteria da montagna. (Rapp mi ha indicato che molto più tardi un altro membro della 10a lo aveva informato che il compagno era morto nel 1991.)
La 3a Compagnia fu l'ultima delle componenti il 4° Battaglione da alta montagna a ricevere, il 12 aprile 1945, l'ordine di ritirarsi da quel settore e di ricongiungersi al Battaglione già riunito nell'area di Pievepelago / St. Anna Pelago.

GLI ULTIMI GIORNI DEL 4° BATTAGLIONE DI FANTERIA DA ALTA MONTAGNA

Alle 12:00 del 7 aprile 1945 la forza combattente del battaglione era di 764 uomini. Questo è stato l'ultimo rapporto del personale presentato al quartier generale superiore.

13 aprile 1945
Il Battaglione ricevette l'ordine di ritirarsi in direzione Ovest verso Aulla per impedire una penetrazione nemica e per assicurarsi una via di ritirata mentre agli elementi di supporto ippotrainati e motorizzati fu ordinato di procedere immediatamente verso nord e, utilizzando strade dissestate ai piedi del l'Appennino, radunare nuovamente il 4° Battaglione da alta montagna nella Pianura Padana.
Al calar della notte il battaglione lasciò le postazioni tenute dal 5 novembre 1944. Questo pose fine anche ai contatti con la 10a Divisione da montagna.

Forti perdite furono subite durante gli intensi combattimenti con truppe americane e partigiani italiani nel settore La Spezia / Aulla.
Un assalto dei carri armati americani fu respinto il 20 aprile durante la ritirata verso la Pianura Padana.

Poiché il battaglione fu successivamente tagliato fuori e incapace di mettersi in contatto con il quartier generale della divisione fu presa la decisione di cessare i combattimenti e gli uomini, con una canzone sulle labbra, marciarono verso le linee brasiliane e si arresero al II battaglione del 5° Reggimento di fanteria (dal Stato di San Paolo). L'ufficiale esecutivo, colonnello Floriano de Lima Brayner, ha sottolineato nel suo rapporto che il battaglione era in buona forma e ha fatto una buona impressione quando si è arreso con 20 ufficiali, 460 sottufficiali e uomini e circa 200 muli.
"L'orgoglioso 4° Battaglione da Alta Montagna
aveva cessato di esistere!

L'unità è esistita per 523 giorni, dal 22 novembre 1943 al 29 aprile 1945, ed era quasi continuamente in prima linea nelle aree di tre diversi eserciti e cinque corpi d'armata in Italia ed venne attaccata a quindici diverse divisioni (più di una volta ad alcuni di esse) per un periodo di 18 mesi. La forza iniziale era di 850 uomini e le 1205 perdite (approssimative), di cui quasi 200 vennero confermate uccise in azione, furono costantemente sostituite.

Questo porta a termine quello che volevo dirvi, miei compagni americani della 10a Divisione da montagna, su "L'altro versante". È tutta la verità, anche se in parte sembra difficile da credere. I Combat Soldiers, a prescindere dalle uniformi che indossano, sono sempre dei poveri diavoli uniti da un legame invisibile e saluto in particolare quelli di voi che hanno dato la vita per la libertà e la dignità umana in Europa e nel mondo. Possa il Signore essere con voi, con i vostri cari così come con i nostri e aiutarci tutti a promuovere la comprensione e prevenire ulteriori conflitti tra le nostre nazioni.

Il vostro compagno sconosciuto
Hans Burtscher

Fonte: A REPORT FROM THE OTHER SITE by Hans Burtscher
Tradotto da Andrea Gandolfi